IL FATTO

Cava de' Tirreni, pentito minacciato dalla mafia nigeriana


Straniero a processo per le intimidazioni legate a un prestito non onorato

CAVA DE' TIRRENI - Minacce di morte, tentata estorsione e aggravante del metodo mafioso con interessamento di esponenti della mafia nigeriana: con queste contestazioni affronterà il processo A.D., originario della Nuova Guinea, imputato per aver telefonato ad una società di trasporti e viaggi, riferita ad un collaboratore di giustizia sotto protezione, parlando con una socia dell’uomo per avere del denaro, un pagamento in sospeso in grado di provocare gravi conseguenze. La “bussata” avvenne l’8 giugno 2018, come primo avviso. «Lo ucciderò ovunque lo trovo», riferì l’imputato. L’uomo, di origine asiatica, 41enne, ben inserito per la Dda in contesti criminali di spessore, contattò la società per avanzare il suo credito nei confronti del pentito, chiedendo notizie sulla sua reperibilità, deciso a stanarlo: a fronte dei dinieghi posti dalla donna che ricevette la telefonata, lo stesso contattò il fratello e il padre del collaboratore, per chiarire il messaggio ed estenderlo ai suoi parenti. Tutta la famiglia dell’uomo, fattosi intanto uccel di bosco, venne gravemente minacciata, in maniera inequivocabile, con intimidazioni pesantissime a meno dell’estinzione del debito. Questa somma di denaro gli era dovuta, nelle sue rivendicazioni, e non ottenerla in tempi brevi avrebbe provocato danni e pericoli per chiunque non avesse risolto la pendenza.

Alfonso T. Guerritore

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