SOS SANITA'

Cava de' Tirreni, ospedale: via gli striscioni. Comitati contro il Comune

I vigili urbani rimuovono i cartelloni dei manifestanti. Il “j’accuse” di Senatore: «Dopo la sanità ci negano pure il diritto di protestare»

CAVA DE' TIRRENI - Giù gli striscioni di protesta dei manifestanti: l’amministrazione comunale dà agli agenti di polizia locale il mandato di rimuovere dagli spazi cittadini gli slogan di disapprovazione nei confronti delle autorità politiche ritenute responsabili dello stato in cui versa il presidio ospedaliero cavese. Si fa più accesa la polemica sul futuro del “Santa Maria Incoronata dell’Olmo”. Quando mancano solo pochi giorni alla protesta programmata per il prossimo 31 ottobre, in piazza Abbro, i vigili urbani hanno provveduto a rimuovere gli striscioni che i Comitati Uniti a difesa del nosocomio cavese (organizzatori della manifestazione di domenica) avevano affisso ben in vista in punti strategici della città. In particolare all’ingresso dello stadio comunale “Simonetta Lamberti”, sulle grate della stazione ferroviaria e a ridosso dei guardrail delle rampe stradali a pochi passi dal presidio ospedaliero.

Un’azione, quella delle autorità, che ha avuto l’effetto immediato di inasprire gli animi già esasperati dei contestatori i quali, più che mai, hanno fatto ora appello ai cittadini per prendere parte in massa al corteo di protesta. «Protestare è un nostro diritto - commenta Alfredo Senatore , segretario dei Comitati Uniti che radunano sodalizi non solo locali, ma anche di cittadini provenienti di Vietri Sul Mare e da altri comuni della Costiera Amalfitana - . Soprattutto quando si fa senza creare confusione e senza risse, semplicemente con uno striscione. Così ci stanno negando il diritto di protestare civilmente, non solo quello alla salute». Le circostanze, tra l’altro, non sono certo nuove. Già il mese scorso, con l’arrivo in città del presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca , per il taglio del nastro dei nuovi parcheggi interrati del trincerone ferroviario, i vigili urbani avevano rimosso gli striscioni affissi nei pressi della stazione per evitare che il l’ex sindaco di Salerno leggesse le frasi di malcontento rivolte anche a lui, considerato dai manifestanti tra gli artefici del declino dell’ospedale di Cava, nonostante le diverse rassicurazioni sull’avvio imminente dei lavori di riqualificazione e riorganizzazione dei reparti.

«Manifestare civilmente e dare visibilità a una problematica come la salute è un diritto di ogni cittadino - continua Senatore - . Così viene meno la democrazia e la libertà di esternare un disagio sentito da tutti. Complimenti ai nostri politici che così facendo dimostrano per l’ennesima volta debolezza e indifferenza nei confronti della verità. Questa città merita rispetto e, invece, ancora una volta si è preferito sprecare un’occasione per un confronto democratico con il popolo. Quando ciò viene a mancare è sinonimo di dittatura e a perderci, soprattutto, siamo noi cavesi».

Alla luce di tali risvolti, ora, ci si attende una partecipazione massiccia alla protesta di domenica che punta a radunare quante più persone possibili all’ombra di Palazzo di Città. D’altronde sono almeno 19mila i cittadini che hanno sottoscritto la petizione avviata mesi fa proprio dai Comitati Uniti per sollecitare non solo i lavori di potenziamento del presidio cavese, ma per ripristinare soprattutto il reparto di Ostetricia e Ginecologia o disporre almeno un ambulatorio h24 per le necessità delle donne in gravidanza. «Siamo convinti - è la conclusione del segretario Senatore – che domenica prossima saremo in tantissimi a dare voce a questa battaglia civile di cui ci siamo fatti promotori, senza nessuna ingerenza politica e solo nell’interesse della salute pubblica».

Giuseppe Ferrara