IL PROCESSO

Cava de'Tirreni, mostrava film porno al figlio: padre a giudizio

Secondo le indagini effettuate dalla magistratura l’uomo abusava del bimbo di 11 anni

CAVA DE'TIRRENI - Risponde dell’accusa di corruzione di minorenni, con l’aggravante del rapporto di paternità, il cavese 51enne finito sotto processo per aver mostrato immagini pornografiche al figlio undicenne: secondo le ricostruzioni contenute nel fascicolo d’indagine, portato avanti dalla procura di Nocera Inferiore con il lavoro sul campo dei carabinieri, l’uomo profittava della sua superiorità e del rapporto con il ragazzino per indurlo, mediante la visione di film pornografici, a subire atti sessuali.

Tale condotta secondo il quadro probatorio raccolto e sintetizzato nel capo d’imputazione era un fatto ripetuto, con le circostanze avvenute più volte, come da contestazioni dell’accusa «con l’imputato che commetteva gli episodi con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, per indurre il figlio minore a compiere o a subire atti sessuali, gli mostrava film pornografici che guardavano insieme». I fatti risalgono al 2013, con la denuncia presentata dopo comportamenti non consoni mostrati dal bambino, segnali di cui successivamente si è avuta contezza, con l’interessamento dell’autorità giudiziaria ordinaria e in parallelo del tribunale dei minori. Il minore era “costretto” a stare in compagnia del padre, guardando le immagini hard con lui. Il genitore aveva instaurato tale comportamento, con una condotta protratta nel tempo. Di questa delicatissima imputazione il reo risponderà in sede processuale, con il decreto che dispone il giudizio emesso dal gup Luigi Levita del tribunale di Nocera Inferiore su richiesta della procura locale: la vicenda sarà sottoposta alla verifica del dibattimento con la prima udienza fissata a partire dal prossimo 26 marzo, davanti al tribunale monocratico presieduto dal dottor Raffaele Donnarumma . 

Il reato in questione, previsto e sanzionato dall’articolo 609 del codice penale punisce «chiunque fa assistere una persona minore di anni quattordici al compimento di atti sessuali, ovvero mostra alla medesima materiale pornografico, al fine di indurla a compiere o a subire atti sessuali » con la detenzione da uno a cinque anni, con l’aumento in caso di pregiudizio grave reso al minore. Il padre è sotto accusa per aver compiuto i fatti contestati nell’ambito della convivenza con il piccolo, divenuto vittima senza possibilità di difendersi. 

(atg)