LA STORIA

Cava de' Tirreni, «Mio padre, lasciato solo dal Comune»

Inevasa l’istanza di assistenza domiciliare per Generoso, invalido al 100%: perse moglie e fratello dopo incendio domestico

CAVA DE' TIRRENI - «Mio padre è stato lasciato solo ». Un grido d’allarme d’un figlio dal cuore straziato. «A quasi quattro mesi dalla richiesta di assistenza domiciliare a persone con grave invalidità – soggiunge – non è arrivata nessuna risposta dai Servizi sociali del Comune di Cava de’ Tirreni ». È la denuncia presentata da Valentino Pappalardo, figlio del 62enne invalido Generoso Pappalardo e della 50enne Antonella Rispoli , morta a giugno, a seguito di complicazioni cardiache dopo essere uscita viva dal grave incidente domestico nel quale fu coinvolta alla fine di settembre dello scorso anno. Un dolore che s’aggiunge al dolore.

Generoso Pappalardo, invalido al 100 per cento, con totale e permanente inabilità lavorativa e con necessità di assistenza continua visto che non è in grado di compiere gli atti quotidiani, ha perso nel giro d’appena nove mesi i due congiunti che si prendevano cura di lui: il fratello Alberto Pappalardo , ad ottobre del 2022, e la moglie Antonella, a giugno di quest’anno. Entrambi erano rimasti ustionati a seguito dell’accensione di un braciere con l’alcol: un ritorno di fiamma che colpì in modo gravissimo Alberto, morto dopo un mese di agonia, e sua cognata Antonella, fu dimessa dopo circa due mesi trascorsi in ospedale e vari interventi chirurgici al braccio. Antonella che, si stava riprendendo bene dalle ustioni, fu colpita a fine maggio da un'infezione che le causò costanti decimi di febbre, con conseguente calo fisico.

Per lei si rese necessario il ricovero all’ospedale “Ruggi” di Salerno: lì il 4 giugno è finita in coma. Il 13 giugno, giorno del suo onomastico e del suo 50esimo compleanno, disse basta alla sua lotta per la vita. Ed è da allora che è iniziato il calvario per il marito di Antonella, Generoso, al quale sono venuti meno i pilastri fondamentali della sua vita: moglie e fratello. La vita con la famiglia non era mai stata tanto generosa. Solo negli ultimi anni, Generoso e Antonella avevano assaporato un poco di felicità, grazie alla nascita dei loro primi due nipotini che la defunta considerava luce dei suoi occhi. Nel 2018 i due, dopo una lotta estenuante, avevano ottenuto una casa popolare a Santa Lucia dignitosa ed agevole per le difficoltà dell’uomo: spettava loro di diritto.

Adesso Generoso Pappalardo, che è anche cardiopatico, con la sostituzione della valvola mitralica e della valvola aortica, necessita di una misura di sostegno alla sua persona. «Il 29 giugno – afferma Valentino Pappalardo – mia zia Mena ha protocollato al Comune l’istanza di assistenza per mio padre. Sono trascorsi quattro mesi e mai qualche incaricato s’è degnato di venire a vedere di cosa abbiamo bisogno». La richiesta inoltrata al Comune dalla cognata di Generoso mira ad ottenere qualche figura che si occupi del benessere della persona invalida.

«Noi non pretendiamo grandi cose – sostiene Valentino – ma qualcuno che un paio di volte a settimana si prenda cura di papà e lo faccia uscire un po’ o di qualcuno che si interessi di qualche servizio domestico, oltre a quello che già facciamo io, mia zia, Mena e mia cognata Alessia». Una misura di sostegno che, nonostante le dichiarate, difficoltà economiche dell’Ente, la famiglia Pappalardo spera di ottenere, soprattutto per concedere al 22enne di riprendere in mano la vita consona alla sua giovane età. «Io mi sacrificherò sempre per mio padre – dice Valentino – ma ad ogni modo, se possiamo avere degli aiuti, che ben vengano e quanto prima possibile».