IL FATTO

Cava de' Tirreni, massaggi “hot”: la sentenza è da riscrivere

Scandalo di via Talamo: la Cassazione annulla l’assoluzione dei due presunti stupratori del minorenne

CAVA DE' TIRRENNI - La sentenza sullo scandalo “hot” nel centro massaggi di via Talamo, che scosse molto l’opinione pubblica cavese, è da riscrivere. È stata annullata con rinvio dalla Cassazione, terza sezione penale, l’assoluzione di due dei tre imputati iniziali: Giuseppe Alfieri , titolare del centro, e Simeone Criscuolo di Agerola. Il terzo è deceduto. Gli ermellini hanno rinviato a giudici della Corte di Appello di Napoli la posizione di Alfieri in relazione agli atti sessuali, mentre i due imputati viventi dovranno essere processati, ai fini civili, per la violenza sessuale di gruppo in danno dei due minorenni, uno dei quali assistito dall’avvocato Agostino Allegro .

L’anno scorso a gennaio fece scalpore la decisione dei giudici della Corte di Appello di Salerno che ribaltarono del tutto la sentenza di primo grado, emessa al termine del giudizio abbreviato, che aveva riconosciuto Alfieri e i due correi colpevoli dei gravi reati a loro ascritti. Alfieri (difeso dagli avvocati Arturo Della Monica e Francesco Rizzo ) era stato condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione, mentre Criscuolo (difeso dall'avvocato Cristina Zanini) era stato condannato a 8 anni. La Corte d’appello aveva cancellato le condanne di primo grado, disponendo una clamorosa assoluzione.

Ora, la Cassazione ha riaperto tutto, rinviando la decisione ai giudici partenopei sulla scorta delle motivazioni che saranno pubblicate nei prossimi mesi. Le violenze sessuali avvennero - secondo la denuncia dei due adolescenti - nel 2015. Ad attirarli fu Alfieri proponendogli di fare i modelli in una campagna promozionale della centro massaggi. Invece - ha sostenuto l’accusa nei tre gradi di giudizio - furono attirati in una spirale di violenze sessuali e abusi, tenuti sotto ricatto con la minaccia di pubblicare i video degli incontri nei locali di via Talamo. A far scoprire il tutto fu una chat sul telefonino di una delle vittime. A leggerla fu la madre che subito presentò denuncia ai carabinieri del gruppo territoriale di Nocera Inferiore. La vicenda giudiziaria non è chiusa. La sentenza di assoluzione dei due presunti stupratori va riscritta per i giudici di Cassazione.

(m.l.)