IL FATTO

Cava de' Tirreni, filma la ex con un poliziotto: a processo

Il 37enne pedinava e riprendeva la donna insieme all’amico agente, costretto a fuggire dal balcone. Poi diffondeva i video

CAVA DE' TIRRENI - Affronterà il processo con accuse di stalking il 37enne cavese responsabile di una reiterata condotta persecutoria nei confronti dell’ex compagna, ossessionato dalla gelosia e dalla presenza di un amico della donna, un poliziotto che pure è finito nel mirino. La vicenda si è svolta interamente tra gennaio e marzo 2021 a Cava de’Tirreni, con l’imputato che ha inscenato pedinamenti e appostamenti nei confronti della donna: tramite l’utilizzo di Whatsapp l’uomo filmava la sua ex fidanzata mentre era al cellulare, in una circostanza, inviando il video alla sorella di lei, inviandole anche tabulati cellulari del telefono utilizzato dalla persona offesa, fino a seguirla mentre era in compagnia di un amico, il poliziotto, che venne filmato con lei all’interno di un’autovettura, il 12 gennaio scorso.

Non contento arrivò a presentarsi a casa della donna, direttamente, dopo aver bussato al citofono, per controllare chi fosse presente in casa, pretendendo di entrare. Secondo l’impianto accusatorio formulato dalla Procura, all’interno della più ampia contestazione di stalking l’uomo avrebbe anche cercato l’aiuto di terze persone per consumare una sorta di ritorsione, oltre a far controllare gli spostamenti della donna corrispondendo somme di denaro per il servigio. Il 37enne affronterà il processo fissato dal gip per il prossimo 16 luglio, salvo un’eventuale richiesta di rito alternativo: per il giudice sussistono gli elementi gravi e concordi a carico, con le ulteriori ipotesi d’accusa di maltrattamenti e diffamazione, per fatti che vanno da gennaio fino a marzo, quando l’uomo fu raggiunto dal divieto di avvicinamento emesso dal giudice per evitare reiterazione dei comportamenti violenti e persecutori.

Il 15 febbraio, quando l’imputato si presentò a casa della donna, dopo aver suonato il citofono con insistenza pretese di controllare chi fosse presente all’interno dell’abitazione: In quell’occasione, con la donna c’era il poliziotto: per l’imputato la sua presenza era prova di una relazione. In quella circostanza l’agente uscì dall’abitazione dalla finestra, restando ferito dopo una caduta. Dalla versione dei fatti della vittima, raccolta in una dettagliata querela con integrazioni. il 37enne avrebbe attivato più volte terze persone perché controllassero i suoi spostamenti, corrispondendo delle somme di denaro. Alle denunce, la donna allegò le foto di segni sul corpo provocati nel corso di altri litigi, con delle aggressioni consumate contro la ex, oltre a dei messaggi dal contenuto minatorio.

La persecuzione vera e propria ha toccato l’apice nei primi mesi del 2021, con i video al centro del contendere, diffusi tra centinaia di utenti a corredo della vicenda, evidentemente di natura personale, fuori da ogni carattere di pubblicità. Proprio questo sviluppo “pubblico” ha ulteriormente aggravato il peso specifico della vicenda, che da un contesto di relazione ha prodotto strascichi difficili da controllare, diffusi sull’onda dei circuiti di messaggistica e rimbalzati così con effetto moltiplicatore: il filone giudiziario, allo stato, conferma la sostanza probatoria, tale da superare l’udienza preliminare col decreto di giudizio immediato accordato dal gip previa richiesta dell’accusa. L’imputato è difeso di fiducia dagli avvocati Agostino De Caro e Francesca Scudiero , mentre la parte civile è assistita dall’avvocato Teresa Sorrentino.

Alfonso T. Guerritore