L'ACQUISTO

Cava de' Tirreni, ex Cofima: la scure della Corte dei Conti

«I politici dovranno restituire 3 milioni di euro». L’immobile venne acquistato dalla giunta Galdi per costruire il nuovo ospedale

CAVA DE' TIRRENI - A undici anni dall’acquisto dell’ex Cofima, la Procura della Corte dei Conti regionale ha invitato il Comune a procedere al recupero coattivo della somma di circa tre milioni di euro nei confronti di venti amministratori ed ex amministratori comunali che nel 2010 si espressero con voto favorevole all’acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile di via XXV luglio. Un “affarone” all’epoca dell’acquisto: l’allora sindaco Marco Galdi pensò, infatti, di acquisire l’immobile (valutato per 16 milioni di euro) aggiudicandosi l’asta fallimentare per un totale di soli 4,6 milioni di euro. L’idea di Galdi era quella di costruire un nuovo ospedale cittadino di 300 posti letto per una spesa totale di 150 milioni la cui posizione, a ridosso dello svincolo autostradale cavese, risultava ampiamente vantaggiosa.

Col passare degli anni, però, il progetto non è mai andato in porto e ora il vice procuratore generale della Procura Regionale della Corte dei Conti per la Campania, la dottoressa Licia Centro, e il sostituto procuratore generale dello stesso ufficio requirente Davide Vitale , hanno dato disposizioni al segretario generale del Comune di procedere a «titolo meramente cautelativo alla costituzione in mora dei soggetti, legati da rapporto di servizio con l’amministrazione, cui risulti riconducibile la decisione di effettuare l’acquisto dell’area industriale ex Cofima». È quanto si apprende dall’atto di costituzione in mora a firma del nuovo segretario generale del Comune, Monica Siani , fatto recapitare lo scorso 12 gennaio all’indirizzo dei venti amministratori ed ex amministratori che nel 2010 contribuirono, con voto favorevole, all’acquisto dell’immobile. Si tratta, in particolare, dell’allora sindaco Marco Galdi; dei consiglieri Gerardo Baldi, Antonio Barbuti, Clelia Ferrara, Bernardo Mandara, Pasquale Senatore (tutti ancora oggi in carica) , Giovanni Del Vecchio (oggi assessore) e ancora gli ex consiglieri Gerardo Baldi, Roberto Bellizia, Gianpio De Rosa, Annalisa Della Monica, Massimo Esposito, Matteo Monetta, Enrico Polacco, Gaetano Santoriello, Marco Senatore, Raffaele Senatore, l’allora assessore Luigi Napoli , l’allora segretario generale Paola Miranda e il funzionario Assunta Medolla .

In sostanza la messa in mora definisce il risarcimento nei confronti del Comune del danno erariale patito dall’Ente per effetto della deliberazione di acquisto dell’area industriale ex Cofima e delle ulteriori somme che saranno determinate a seguito della istruttoria della Procura contabile. Stando al provvedimento il danno erariale è stato quantificato in una somma totale di 2 milioni e 996 calcolata sulla base della differenza tra il costo d’acquisto dell’area industriale (4 milioni 644 mila euro) e il valore attuale del bene (3 milioni 420 mila euro) a cui sono stati sommati, poi, gli interessi passivi per le rate di mutuo pagate dal momento dell’acquisto. «Non si tratta ancora di un avviso a dedurre che segna l’inizio del procedimento davanti alla Corte di Conti – ha spiegato l’ex sindaco Marco Galdi – ma di una iniziativa a scopo cautelare che ovviamente è legittima in quanto tale. Ad ogni modo mi riservo di approfondirne i termini in attesa di eventuali sviluppi processuali ».

Giuseppe Ferrara