IL CASO

Cava de' Tirreni, Badia off-limits: incarico per “liberarla”

La Provincia chiama l’archeologo Mammato: si sblocca l’iter per i lavori di ripristino dopo la frana risalente a marzo scorso

CAVA DE' TIRRENI - Si sblocca l’iter per far partire, finalmente, i lavori di ripristino della via della Badia. Si ricompone il puzzle burocratico-amministrativo che riguarda l’ormai famigerata frana verificatasi il 25 marzo di quest’anno nei pressi del cenobio benedettino di Cava de’ Tirreni. Una massa consistente di molti metri cubi, composta da pietrame e detriti, si staccò da un costone di proprietà privata ed invase la strada provinciale sottostante senz’arrecare, per fortuna, alcun danno alle persone (pochi minuti prima che si verificasse l’evento calamitoso era transitato un torpedone di turisti che erano stati in visita all’abbazia della Santissima Trinità).

Con una determina del 22 settembre scorso, disposta dal Settore viabilità di Palazzo Sant’Agostino, diretto dal dirigente Angelo Michele Lizio, è stato, infatti, assegnato un incarico all’archeologo Alfonso Mammato, che sulla scorta delle indicazioni della Soprintendenza dovrà seguire tutti i lavori di sgombero della sede stradale e quelli inerenti la rimozione di parti pericolanti del muro in parte crollato allorché si verificò la frana. Il curriculum del professionista è stato inviato preliminarmente alla Soprintendenza per la verifica dei requisiti professionali.

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