Cava de' tirreni

Castello di Sant’Adiutore, un piano per il recupero

Il Comune punta ai fondi della Regione o a quelli europei di sviluppo. E intanto pensa a coinvolgere i privati per aprirlo almeno nei fine settimana

CAVA DE' TIRRENI. Quale destino per il castello di Sant’Adiutore oggi inaccessibile? Buone possibilità arrivano da Palazzo di Città alla luce delle numerosissime richieste di riqualificazione e apertura al pubblico che pervengono costantemente dai cittadini. La soluzione è affidare la gestione a privati dopo un’attenta opera di riqualificazione. Il vicesindaco Nunzio Senatore ha fatto sapere, infatti, che un progetto preliminare per il recupero dello storico maniero che sorveglia la valle metelliana dalla cima dell’omonimo colle, già c’è (cifra stimata di almeno 250mila euro), bisognerà solo reperire i fondi necessari per attualizzarlo. Nella lista delle opzioni ci sono i Fondi di rotazione messi a disposizione dalla Regione Campania o, in alternativa, i finanziamenti comunitari per lo sviluppo regionale (i cosiddetti fondi Fesr). Si sta provvedendo anche a definire le candidature per i bandi europei e regionali (quello comunitario sarà emesso, però, non prima della metà del prossimo anno).

Nel frattempo comincia a profilarsi una soluzione tampone mirata in primo luogo alla sistemazione dell’intera area circostante già inaccessibile se non in occasioni speciali o in concomitanza di eventi realizzati all’esterno della struttura. «Un passaggio fondamentale e prossimo a essere effettuato – ha precisato Senatore – sarà intraprendere una manifestazione di interesse per coinvolgere le realtà vicine alla struttura e che potrebbero gestirla. Dobbiamo fare in modo che il Castello sia aperto almeno nei fine settimana per poter permettere visite e iniziative turistiche. Stiamo cercando in tutti i modi di portare avanti il progetto affinché possa realizzarsi. Sui tempi però bisogna attendere la pubblicazione dei bandi e la partecipazione e vedere se la struttura ha tutti i requisiti per vincere».

Il confronto, inevitabile, è quello con il castello Arechi. Proprio a riguardo il vicesindaco ha specificato che il paragone, per il momento, è azzardato, considerato che «le situazioni sono diverse e che – spiega Senatore – siamo due passi indietro rispetto a quello che è stato predisposto a Salerno, ma l’obbiettivo è riuscire ad avvicinarci». Il progetto, qualora finanziato e attuato, prevede non solo la riqualificazione strutturale (restauro delle torri e dei bastioni) ma anche la rivalorizzazione culturale con l’organizzazione di visite guidate e la predisposizione di cartellonistica e postazioni che raccontino la storia del castello e della valle metelliana.

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