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Castel San Lorenzo, il giallo del leggìo scomparso nel nulla

Fu donato nel 1952 come ex voto alla chiesa di San Giovanni Battista

CASTEL SAN LORENZO. Fu donato nel 1952 come ex voto alla chiesa di San Giovanni Battista, di Castel San Lorenzo, dai coniugi Francesco Miccio e Gilda Iuliano. Ma quel prezioso leggìo in legno, opera dell’antica tradizione artigiana dell’ebanisteria sorrentina, preso in consegna all’epoca da don Rocco, è misteriosamente scomparso. Il leggìo, custodito in un mobile chiuso a chiave, veniva utilizzato solo per le feste importanti. E ogni volta che i coniugi Miccio andavano in chiesa per pregare, il sagrestano lo tirava fuori e nel mostrarlo, compiaciuto ripeteva: «Questo lo vogliono in molti, ma fino a quando ci sarò io, da qui non si muove…». Qualcuno, però, lo ha preso; e del prezioso leggìo si sono perse le tracce. Nel 2008 la prima lettera al parroco dei coniugi Miccio per avere notizie. Ne seguirono altre, e fu interessato anche il vescovo. Nel 2009 il parroco laconicamente riferì: «Dopo accurate ricerche, sono spiacente comunicarle che il risultato ha dato esito negativo»; e senza ulteriori spiegazioni, diede il recapito di un altro sacerdote. Ora i coniugi hanno dato incarico a uno studio legale per risolvere il giallo. Nel frattempo Francesco Miccio lancia un appello alla comunità castellese: chi ha notizie utili può contattare lo studio legale per restituire il leggìo alla chiesa madre. Intanto il mistero continua.