«Castagneti distrutti, è stato di calamità»

Economia in ginocchio: i vertici del Parco chiedono alla Regione di risarcire le aziende del settore

VALLO DELLA LUCANIA. Il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni ha chiesto alla Regione Campania ed al Ministero delle Politiche Agricole lo stato di calamità naturale per i danni causati ai castagneti dal Cinipide. Lo scopo della delibera, approvata nei giorni scorsi dall’Ente guidato dal presidente Tommaso Pellegrino, è quello di chiedere l’indennizzo della totale perdita del reddito delle imprese operanti nel settore.

La vera e propria devastazione dei castagneti dei Comuni del Parco ad opera del parassita denominato Cinipide Galligeno è tale che si stima che nell’annata in corso le produzioni di castagne subiranno una drastica e drammatica riduzione. Le castagne rappresentano una delle eccellenze del territorio del Parco e numerosi sono i produttori che hanno investito nel settore. L'Ente Parco, dinanzi a questa vera e propria emergenza fitosanitaria, sostiene le Comunità locali e si è schierata a fianco delle amministrazioni comunali dell’area protetta nella lotta al parassita.

«Sono 38 – spiega Il presidente Pellegrino – i comuni del Parco con aziende agricole dedite alla produzione di castagne, parliamo quindi di circa il 50% degli Enti che rientrano nel territorio di competenza. Di questi ci sono alcuni che hanno una produzione intensa in tal senso, quali ad esempio, Roccadaspide, Cuccaro Vetere e Stio, che subiranno quest’anno gravi perdite a causa del parassita che attacca la pianta e non permette che la stessa porti i frutti. Numerose aziende verranno messe in ginocchio, ed è per questo che noi, come Parco, ci siamo schierati a fianco dei comuni colpiti affinché si possa riuscire a risollevare le sorti degli imprenditori agricoli».

Ma l’azione del Parco non si ferma qui: «Stiamo pensando – dice Pellegrino – a un tavolo tecnico con Regione e comuni interessati affinché si possano trovare soluzioni, anche grazie ad un supporto scientifico, per contrastare il fenomeno alla radice, studiando quindi un metodo per sconfiggere il parassita».

«L’adozione della delibera – conclude – è un segno di solidarietà e di forte sostegno ai produttori locali che spesso traggono da questa coltura una importante fonte di reddito, ed è, inoltre, un concreto segnale di attenzione verso un mondo agricolo di produzioni locali di altissima qualità che troppo spesso è poco valorizzato e poco tutelato».

Andrea Passaro

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