Castagna patteggia un anno e nove mesi e va ai domiciliari

Era stato sopreso dai carabinieri mentre girava armato Il giudice ha imposto l’uso del braccialetto elettronico

Annunciò il suo arresto su Facebook, Walter Castagna va ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Lo hanno deciso i giudici della Terza sezione penale di Salerno (presidente Allegro). Si è chiuso ieri il processo col rito del giudizio direttissimo per l’arresto avvenuto a Pellezzano a fine luglio. L’ex collaboratore di giustizia, difeso dall’avvocato Marco Martello, ha concordato la pena di un anno e nove mesi di reclusione con l’accusa (pm Maurizio Cardea). Rispondeva di detenzione di arma clandestina e munizionamento.

Quella sera, erano le 23, i carabinieri di Pellezzano ricevettero una “soffiata” secondo cui Castagna girava armato. L’ex collaboratore di giustizia fu intercettato a bordo della Renault Clio in via Notari, nella frazione Capriglia. Era solo. Nella tasca laterale di un borsone nero, appoggiato sul sedile posteriore, i carabinieri trovarono un tirapugni in acciaio e una pistola giocattolo modificata per essere un’arma vera (marca Kimar, modello 85 calibro 8) carica con cinque proiettili 7,65.

Castagna, in sede di convalida, disse al giudice di aver trovato l’arma sulle montagne di Capriglia e di averla tenuta con sé «per scopi di difesa personale». Soprattutto Castagna fece riferimento a una possibile ritorsione nei suoi confronti della criminalità organizzata. Alcuni giorni prima dell’arresto sarebbero stati esplosi dei colpi di pistola a ridosso della casa della fidanzata, dove lui stesso si era da poco trasferito.

La sera che fu arrestato dai carabinieri, Castagna stava rientrando a Baronissi, a casa dei suoi genitori. Agli inquirenti disse che ci sarebbe qualcuno che vorrebbe fargliela pagare per le dichiarazioni rese nel periodo di collaborazione con gli inquirenti. Il suo nome, infatti, è legato alle nuove leve della camorra cittadina. Sue sono le prime rivelazioni sul rivelazioni sul clan Villacaro-D’Andrea a cui è attribuito l’omicidio, nel febbraio del 2007, di Donato Stellato. Castagna fece marcia indietro, ritirando la collaborazione dopo l’omicidio di Fabio Petrone, al quale era legatissimo, affermando tra l’altro di aver parlato sotto l’effetto di sostanze psicotrope.

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