Cassintegrazioni fasulle Chiesto il rinvio a giudizio

A rischiare il processo sono sindacalisti, imprenditori e consulenti del lavoro Si attende l’udienza preliminare, ma resta aperto un altro filone d’inchiesta

Sindacalisti, imprenditori e consulenti rischiano il processo per l’inchiesta sulle cassintegrazioni fittizie che lo scorso gennaio porto all’arresto, con l’accusa di associazione a delinquere, del segretario provinciale della Fisascat Cisl, Mariano Santarsiere di Sala Consilina; del delegato Remo Criscuolo di Eboli e del consulente Claudio Pagano di Sarno. Dopo aver depositato a maggio la conclusione delle indagini, il procuratore aggiunto Antonio Centore e i sostituti Francesco Rotondo e Rosa Volpe hanno firmato ora la richiesta di rinvio a giudizio e a breve sarà fissata la data dell’udienza preliminare.

Secondo gli inquirenti i tre erano gli organizzatori di un’attività criminale che lucrava sulla concessione degli ammortizzatori sociali, consentendone l'erogazione ad aziende che in realtà continuavano la normale lavorazione e che però attingevano dagli assegni delle Cig i soldi per gli stipendi. Sotto inchiesta, con accuse che vanno dal falso alla truffa allo Stato, sono finiti in ventuno, ma in udienza alcune posizioni potrebbero essere stralciate con richieste di archiviazione. Nel sodalizio ognuno avrebbe avuto un ruolo preciso: i sindacalisti firmavano stati di crisi fittizi, per consentire l’accesso alla cassa integrazione in deroga; i consulenti del lavoro redigevano i documenti contabili fasulli; gli imprenditori incassavano i soldi degli ammortizzatori e risparmiavano sui contributi, mentre in ditta il lavoro continuava come prima. Con questo sistema gli indagati sarebbero riusciti a dividersi, dalla primavera del 2011 all'autunno del 2012, circa 745mila euro. Ma non è tutto. Se per questo filone di inchiesta si è già arrivati alla proposta di rinvio a giudizio, la Procura ne ha in corso un altro, avviato dopo l’interrogatoro di Criscuolo e relativo non solo ad altre possibili Cig fasulle ma anche a ulteriori tipologie di illecito che avrebbero coinvolto il mondo sindacale. «In provincia di Salerno è falso il novanta per cento delle richieste di cassa integrazione» disse Criscuolo ai magistrati. Ma nelle sue dichiarazioni si parla anche di possibili connivenze nelle procedure di conciliazione e nelle relazioni sindacali in genere.

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