Caso “Nettuno”, Voza nel mirino

Cetta (Pd) su indagine della Corte dei Conti: «Valuti se rimanere al suo posto»

CAPACCIO PAESTUM. «Sarebbe opportuno che il sindaco Italo Voza spieghi la vicenda: solo così si possono evitare strumentalizzazioni». A parlare è il capogruppo consiliare del Pd, Pasquale Cetta, che commenta così l’indagine che vede coinvolto Voza nel suo ruolo di primo cittadino, e quattro funzionari comunali per danno erariale contestato dai giudici della Corte dei conti per la gestione del ristorante Nettuno. «Credo che si tratti di una vicenda personale sebbene collegata al Comune – evidenzia Cetta – come opposizione non vogliamo entrare nel merito. Spetta al sindaco produrre i documenti per tutelare la sua persona e il suo ruolo di sindaco. Però sarebbe utile che spieghi la vicenda. Questo ultimo avvenimento deve farlo riflettere se continuare o meno il suo governo».

Al centro dell’inchiesta il canone irrisorio versato per la concessione del complesso ristorante Nettuno, gestito dalla società omonima, di cui fa parte anche la moglie del sindaco Voza. Un complesso turistico gestito dall’Ente per le antichità e i monumenti della provincia di Salerno. La contestazione riguarda un eventuale mancato reddito dalla struttura, partendo dal presupposto che la stessa sia di proprietà del Comune di Capaccio. «La struttura – afferma Voza – fu acquistata con fondi della Prefettura dal Comune il 19 novembre 1931 dalla famiglia Forlani Mansi, e donata dal Comune all’Ente per le antichità e i monumenti della provincia di Salerno il 24 settembre 1932, aderendo alla proposta del prefetto». In pratica, come confermato dal ministero dell’Economia e delle Finanze con risposta scritta all’interrogazione parlamentare del 2012, a seguito di istruttoria della Guardia di finanza, «il terreno su cui insiste l’esercizio commerciale (e il medesimo) risulta di proprietà dell'Ente per le antichità e i monumenti della provincia di Salerno».

Il ristorante fu realizzato nel 1929 a seguito all’opera di ampliamento di una casa colonica risalente alla seconda metà dell’800.(a.s.)

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