Caso Giudice di Pace Cardiello interroga il ministro Orlando

Dopo la chiusura dell’ufficio insorge l’ex sindaco Melchionda e il senatore di Forza Italia detta la road map al Consiglio

La notizia sulla soppressione dell’ufficio del Giudice di Pace di Eboli, voluta dal ministero della Giustizia, non lasciat indifferente i politici locali. Il senatore Franco Cardiello ha depositato una interrogazione parlamentare mentre l’ex sindaco di Eboli Martino Melchionda, attraverso una nota stampa, esprime il suo rammarico, augurandosi che tale decisione venga revocata: «Apprendo con grande rammarico la notizia – spiega – Dopo tutte le battaglie fatte, a due anni e mezzo dalla fine del mio mandato alla guida del Comune di Eboli, si tratta di un annuncio che non può assolutamente lasciarmi indifferente. È grazie alla decisione assunta con forza dall’amministrazione comunale di allora se l’ufficio è rimasto aperto fino ad oggi. Le criticità – aggiunge Melchionda – sono evidentemente emerse dopo, con la gestione commissariale e l’attuale amministrazione. Non si ascriva la responsabilità della chiusura a chi invece si è adoperato, finché ha governato, per tenerlo aperto. Le cause di tutti i mali non possono sempre risalire al passato – continua l’ex sindaco – Chi amministra oggi deve assumersi la responsabilità di ciò che accade e tenere testa ai problemi. Sono tempi difficili per governare, impongono impegno e dedizione, da rivolgere soprattutto alle questioni serie, quelle che sono alla base dello sviluppo e della crescita di una città, non basta occuparsi di eventi e di manifestazioni. Serve molto altro. Auspico che si mettano in campo tutti gli strumenti necessari per opporsi alla soppressione dell’ufficio e mi auguro che abbiano esito positivo». Il senatore Cardiello invece, appresa la notizia ha immediatamente scritto al ministro e «nell’attesa di un confronto nella sede ministeriale, da Avvocato credo che siano poche ma percorribili le strade da intraprendere: occorre innanzitutto la convocazione di un consiglio comunale monotematico urgente per varare una delibera di ferma opposizione al provvedimento, allegando la pianta organica del personale impiegato». Per il senatore la richiesta da fare a Orlando «è di revocare immediatamente il decreto in autotutela, garantendo, contestualmente, tutti gli sforzi logistici e di risorse umane tali da essere funzionali alle reali esigenze lavorative degli uffici del Giudice di Pace. Se c’è volontà politica ed amministrativa dei livelli comunali di far “sopravvivere” tale presidio – conclude – allora è arrivato il momento di scendere in campo, se pur in ritardo».

Luella Mazzara

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