Caso Cofima, delibera in Procura

L’atto votato nel Consiglio del primo settembre consegnato da Barbuti al pm Montemurro

Il presidente del Consiglio comunale, Antonio Barbuti, ha depositato presso la Procura della Repubblica di Salerno, nell’ufficio del sostituto procuratore Vincenzo Montemurro, una delibera approvata durante la seduta consiliare del primo settembre scorso, accompagnata da una lettera in cui ha spiegato le ragioni alla base della decisione.

Nella missiva, consegnata giovedì scorso, si sottolinea che, nel corso del Consiglio indetto per parlare della sorte dell’ospedale “S. Maria Incoronata dell’Olmo”, sono state fatte illazioni sulla regolarità delle operazioni effettuate per l’acquisto dell’ex Cofima che, nel novembre 2012, ha portato all’apertura di un’inchiesta con l’invio di diversi avvisi di garanzia. Provvedimenti recapitati allo stesso Barbuti, al sindaco Marco Galdi e ai 15 consiglieri che votarono “sì” all’acquisto ad un’asta fallimentare nel novembre 2010.

La vicenda Cofima, rispetto alla quale la magistratura ipotizzata delle irregolarità, è legato a doppio filo alla sorte dell’ospedale, dal momento che il sindaco ha sempre sostenuto di aver deciso di comprare l’area per realizzarvi il nuovo ospedale cittadino.

In particolare, nella lettera, il presidente del Consiglio ha premesso che «nella seduta dello scorso primo settembre, durante la discussione della situazione della sanità, il consigliere di minoranza Luigi Gravagnuolo in una ricostruzione “semidietrologica”, come lui stesso l’ha definita, ha ipotizzato scenari di particolare gravità per presunti interessi di chi gestisce già cliniche private, tra costituite società di medici in società con un centro medico a Cava e il signor Lombardi della Holiday Inn». Barbuti ha, poi, aggiunto: «Il consigliere ha demandato alla magistratura il compito di capire; per questo, anche se non richiesto dal consigliere Gravagnuolo, ritengo doveroso depositare copia della delibera consiliare, in quanto dall’intervento di Gravagnuolo si adombrano sospetti sulle decisioni assunte dal Consiglio in merito all’operazione Cofima, in particolare laddove dice che solo dopo la presunta costituzione di società sia stata data un’accelerazione impellente all’acquisto dell’area ex Cofima». Da qui una precisazione: «A tutela dell’immagine e della dignità dei consiglieri comunali che hanno votato questa delibera, chiedo di essere tenuto informato sull’evolversi degli accertamenti in modo da consentirmi, nel caso si richiedano, di intraprendere le opportune iniziative». Infine Barbuti, rispetto all’avviso di garanzia ricevuto a suo tempo, ha sottolineato che «nell’interrogatorio del dicembre 2012 mi ero impegnato a tenere sempre informata la magistratura, se ne fossi venuto a conoscenza, su fatti particolari che potessero essere collegati a tale operazione».

Alfonsina Caputano

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