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Caso Acse: i disoccupati giù dal traliccio

SCAFATI. Disoccupati arrampicati sul traliccio dell’Acse. Una lunga notte trascorsa esposti alle intemperie con il presidio delle forze dell’ordine per chiedere lavoro. Poi, l’arrivo del sindaco...

SCAFATI. Disoccupati arrampicati sul traliccio dell’Acse. Una lunga notte trascorsa esposti alle intemperie con il presidio delle forze dell’ordine per chiedere lavoro. Poi, l’arrivo del sindaco Aliberti.

È durato un giorno e mezzo il disperato grido d’aiuto di tre disoccupati che hanno deciso di arrampicarsi a turno sul traliccio della corrente elettrica posto davanti alla sede dell’Acse, in via Sant’Antonio Abate, per sollecitare le istituzioni a garantire loro un’occupazione. Giuseppe Guadagnola, Carmine Stanzione e Romeo Annunziata hanno affrontato la pioggia e il freddo. I tre puntano il dito accusatore sul sorteggio attraverso il quale l’agenzia interinale Temporary si avvia a selezionare per l’Acse 6 operatori che dovranno occuparsi di pulire i tombini e tagliare l’erba. Tre mesi di lavoro per 24 ore settimanali.

«Sono nostri quei posti - ripetono i tre disoccupati -. Il sindacoin primavera ci ha incontrato promettendoci di aiutarci, di trovarci un’occupazione anche se provvisoria. Se veniamo inseriti in un elenco di 150 persone per far procedere il sorteggio, abbiamo pochissime speranze di essere selezionati». La vicenda dei tre disoccupati si riallaccia alle precedenti manifestazioni di protesta di cui si resero protagonisti a gennaio e maggio.

Ddagli uffici dell’Acse scorso i tre disoccupati si sono sentiti confermare dal presidente Edoardo D’Angolo e dal direttore generale Salvatore De Vivo che la procedura del sorteggio andrà avanti come stabilito. Da qui la decisione di un nuovo gesto eclatante. A nulla è servito l’arrivo sul posto del primo cittadino Pasquale Aliberti che ha dichiarato: «Comprendo il dramma umano. Sono situazioni che combatto ogni giorno, sintomo di una sofferenza diffusa in tutto il Paese. Condivido anche la linea adottata dal cda Acse per la selezione del personale, in quanto tiene conto delle esigenze di tanti che pur non protestando vivono gli stessi disagi. Sono amareggiato per la debolezza della politica che non riesce oggi a dare risposte che il territorio meriterebbe sui temi occupazionali».

(m. r. v.)

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