Case mai occupate, c’è l’inchiesta

I carabinieri interrogano alcuni beneficiari degli alloggi popolari rimasti nei container

Alloggi popolari consegnati ma mai, o quasi, occupati. Capita anche questo a Pregiato e Santa Maria del Rovo, dove da due anni a questa parte, sono state via via assegnate le case. E ora, sulla vicenda, indagano i carabinieri della locale caserma, diretta dal tenente Vincenzo Tatarella. Tanto che diverse famiglie beneficiare degli alloggi ma non ancora materialmente trasferitisi, sarebbero già state ascoltate dai militari dell’Arma per fornire “chiarimenti”. Non solo. Tra le famiglie coinvolte, ce ne sarebbero anche alcune che avrebbero occupato, abusivamente, altri prefabbricati adiacenti a quello nel quale continuano a vivere pur disponendo di un alloggio popolare assegnatogli da un anno o anche più. Una situazione, insomma, davvero “anomala” che potrebbe presto sfociare in vere e porpie contestazioni di reato, che finirebbero per mettere a rischio anche la disponibilità delle case popolari in favore dei beneficiari non residenti.

L’indagine è condotta nel massimo riserbo ma, a quanto pare, alcuni residenti dei container avrebbero fornito delle giusticazioni, sia sull’occupazione di ulteriori prefabbricati che sul mancato trasferimento nelle nuove case o di Santa Maria del Rovo o di Pregiato. Su questo, alcuni avrebbe sostenuto si essere rimasti nei campi container in attesa dell’eliminazione delle infiltrazioni d’acqua che, sin dalla loro consegna, sono apparse evidenti in parecchi degli alloggi consegnati. Riguardo poi, all’occupazione di ulteriori container “liberati”, i coinvolti avrebbero sostenuto di essersi “allargati” per una questione di maggiore vivibilità. Sarà pure così, ma si tratta comunque di “anomalie”. Anche perché, c’è stato pure chi ha denunciato la presenza di capi di bestiame in alcuni di quei prefabbricati lasciati vuoti e occupati abusivamente. Da qui, l’indagine e i controlli a tappeto da parte dei carabinieri che, ora, vogliono vederci chiaro. Considerato anche che le aree che ospitano i container dovrebbe essere bonificate dopo essere state “liberate”.

Peraltro, non è la prima volta nell’ultimo biennio che vengono riscontrate anomalie successivamente alla consegna ufficiale delle case popolari.Cinque mesi fa, furono proprio i carabinieri a scoprire che uno degli alloggi di Pregiato lera stato dato in fitto a una coppia di sposi. In pratica, la legittima assegnataria, una vedova, era andata a vivere nell’abitazione di alcuni familiari e di fatto non viveva più nell’abitazione assegnatale. Ma aveva pensato bene di fittarla, tralasciando il “particolare” che la locazione di una casa popolare è illegale. L’alloggio, poco dopo, tornò al Comune che decise di assegnarlo a un’altra famiglia bisognosa. Un rischio che ora corrono anche quelli che continuano a vivere nei container.

Annalaura Ferrara

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