Il caso

Case bloccate a Salerno: coop edilizie in pressing sul Comune

Dopo la denuncia di Anna Maria Galano anche altri soci vanno all’attacco Mercoledì il caso del quartiere Europa finisce in commissione Trasparenza

SALERNO. Proprietari di un appartamento, ma solo parzialmente. Perché fin quando non sarà ultimata la pratica per la sdemanializzazione del torrente Mercatello, i loro diritti di superficie non potranno essere commutati in diritti di proprietà. Una situazione paradossale, quella che riguarda gli appartamenti edificati, in zona Quartiere Europa, da alcune cooperative negli anni Ottanta. Ed esplosiva. Perché, dopo quarant’anni di sciatte disattenzioni da parte degli enti preposti al completamento dell’iter, i proprietari a metà, sono intenzionati a far sentire la propria voce per rivendicare l’esercizio di un proprio diritto. Dopo un’assemblea condominiale in cui si è discusso del problema, decine di condomini di via Pietro De Ciccio si preparano a indirizzare una nota al Comune per sollecitare lo sblocco della pratica e dunque consentire, a chi lo volesse, di poter vendere, in regime di libero mercato, il proprio appartamento, oppure di chiedere un mutuo utilizzando come garanzia il prezzo reale dell’immobile e non quello fissato dai parametri di Palazzo di Città sulla base del solo diritto di superficie.

La prima a sollevare la questione è stata Anna Maria Galano. «Se voglio cedere il mio appartamento a libero mercato, devo trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà, operazione che deve essere autorizzata dal Comune – sottolinea – Ma purtroppo non è stato possibile farlo, perché quando le case furono realizzate e fu deviato il corso del torrente Mercatello, non è stato dato seguito alla sdemanializzazione, quindi è come se si fosse edificato su un diritto di superficie parziale e non totale».

leggi anche: Sei cooperative del quartiere Europa “congelate” dall’iter di Palazzo di Città Secondo la signora Anna Maria Galano sono sei le cooperative del quartiere Europa interessate dalla mancata sdemanializzazione del torrente Mercatello: La risorsa, Il nido, La Proletaria, La ruota...

La signora da due anni tenta di vendere casa ed ha già visto sfumare una trattativa. Ma il problema è più ampio, come spiega il suo legale, l’avvocato Rosa Egidio Masullo: «Siamo di fronte a un rischio concreto per i cittadini, ma anche a un possibile proliferare di illeciti, perché purtroppo il Comune non fa adeguati controlli sulla vendita delle case popolari. Quindi si dovrebbe procedere in sanatoria, oppure stabilendo un diritto fisso ragionevole». Nello specifico, diversi appartamenti sottoposti a questo vincolo, sono stati invece venduti a libero mercato. Gli acquirenti potrebbero dunque chiedere la nullità dell’atto di vendita e la riduzione del prezzo, avendo sborsato cifre di molto superiori a quelle vincolate dai parametri comunali. Forzature, queste commesse negli anni scorsi, figlie di connivenze o di baratti di prezzi, con compravendite in cui una parte del pattuito è stata versata regolarmente, l’altra potrebbe invece essere stata ceduta a nero o legittimata in qualità del riconoscimento di migliorie interne inesistenti.

A giugno i tecnici di Palazzo di Città hanno inviato in Regione la documentazione. A dicembre c’è stato un sopralluogo a cui è seguita una nuova richiesta di pratiche. Non essendo ancora riuscita ad avere risposte, Anna Maria Galano ha deciso di investire direttamente il sindaco Vincenzo Napoli e lo stesso faranno altri soci della cooperativa La Proletaria. Del caso si sta interessando anche il presidente della commissione Trasparenza, Antonio Cammarota, che mercoledì porterà la questione all’attenzione dei consiglieri comunali. «Ho deciso di convocare l’architetto Guerra, che sta seguendo la vicenda – annuncia Cammarota – Gli chiederemo conto e ragione della lentezza della procedura, visto che la mancata sdemanializzazione è un problema antico e non un ostacolo che si è presentato di recente. Poi vogliamo avere chiarezza sui motivi che hanno consentito una disparità di trattamento tra i proprietari e capire perché qualcuno è riuscito a vendere e a quali condizioni. Infine dovranno darci lumi sul potenziale danno erariale derivante da eventuali azioni risarcitorie». Vale la pena di considerare anche un altro aspetto: chiudere l’iter, oggi fermo in sede regionale, potrebbe significare fare cassa, visto che i titolari degli immobili devono pagare un importo al Comune per commutare il loro diritto di superficie in diritto di proprietà.

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