Case al rione Vescovado Adesso si riparte da zero

Nocera Inferiore: il municipio rescinderà il contratto che lo lega all’Iacp Futura Alla società contestati gravi inadempienze nella realizzazione dei lavori

NOCERA INFERIORE. Monte Vescovado, punto e a capo. A tredici anni dalla prima convenzione tra il Comune di Nocera Inferiore e l’Istituto autonomo case popolari, poi passata a IACP Futura, il consiglio comunale si appresta a dichiarare decaduto il rapporto con la società che avrebbe dovuto realizzare gli alloggi per i terremotati del 1980.

Un decisione anticipata dal sindaco Manlio Torquato e che ora pone al vaglio dell’assise cittadina. L’iter che ha portato a questa presa di coscienza è lungo e burrascoso.

Sono stati fatti tanti passi avanti e altrettanti indietro, portando alla situazione attuale con alcune palazzine completate e abitate, mentre di altre sono in piedi solo gli scheletri di cemento. Essenzialmente sono tre i rilievi che l’amministrazione comunale fa all’IACP Futura e pone alla base della dichiarazione di decadenza dalla concessione del diritto di superficie.

In primo luogo c’è stata la mancata realizzazione del programma costruttivo entro i termini previsti dalla convenzione. La delibera risale all’aprile 2003 e prevedeva in sette anni il tempo necessario per la costruzione delle case.

Termine fissato per l’aprile maggio 2010, abbondantemente scaduto. Iacp Futura sarebbe poi inadempiente perché non ha provveduto a effettuare alcun pagamento degli oneri di urbanizzazione dovuti per legge, ne tantomeno ha realizzato opere primarie e secondarie così come stabilito dalla convenzione.

La terza contestazione è relativa al divieto di concedere a terzi il diritto di superficie. Insomma, di motivi ce ne sono per fare un passo indietro. Ora occorre capire quale sarà la strategia futura. Il primo cittadino, sempre qualche settimana fa, aveva ipotizzato come soluzione l’individuazione di forme di finanziamento pubbliche da parte della Regione. Individuare, insomma, almeno i soldi necessari per completare l’esistente.

Infatti, con la delibera di decadenza il Comune rientrerà in possesso dei suoli, circa 22 mila metri quadri, e delle costruzioni realizzate. Chissà che davvero questa scelta non possa rappresentare una svolta per il rione, i cui residenti hanno atteso per troppo tempo un tetto vero.

La rivoluzione, comunque, non dovrebbe intaccare lo spirito che caratterizzerà l’eventuale prossima realizzazione degli alloggi.

Nella proposta di delibera, infatti, viene ribadito che bisognerà confermare le caratteristiche di edilizia pubblica sociale sovvenzionata. L’ultima parola spetta però al consiglio comunale che adesso dovrà decidere.

Salvatore D’Angelo

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