IL CASO

Casa su area vincolata a Cavai proprietari la abbattono da soli

La coppia che abita alla Starza non attenderà ulteriori pronunciamenti o provvedimenti da parte dell'amministrazione comunale

Nei prossimi giorni, in località Starza, Carmela Palestra e Francesco Siani, proprietari di uno dei dieci immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale e da abbattere perchè costruiti in zona a vincolo paesaggistico (l’undicesimo manufatto è stato accertato essere situato in zona a rischio idrogeologico), demoliranno autonomamente la propria costruzione. Questo senza attendere un’ulteriore risposta della Sovrintendenza, richiesta dagli esponenti politici dell’opposizione, la quale, a dicembre, aveva bocciato la proposta del Comune di utilizzare queste costruzioni per ospitare attività di pubblica utilità, dando in sostanza il via libera alle ruspe.
Si introduce, dunque, un elemento di novità nella "querelle" sugli abbattimenti dopo che la commissione Urbanistica, venerdì scorso, aveva inviato, alla giunta comunale, un indirizzo di sospensione delle demolizioni degli edifici sottoposti a vincolo paesaggistico, appellandosi ad una delibera del 2007 in cui era stabilito di dare priorità alle demolizioni degli immobili eretti in "zona rossa".
A consigliare i proprietari della costruzione di procedere alla demolizione è stato l’architetto Eugenio Tenneriello, dipendente comunale part-time e in servizio nell’ufficio "verde pubblico". «Avevo informato i miei clienti molti mesi fa - ha affermato Tenneriello - che la demolizione era inevitabile. Esiste una legge che prevede, dopo un determinato periodo in cui è stata emessa l’ordinanza, l’acquisizione al patrimonio comunale; al termine della conclusione dell’iter, la politica può intervenire con il voto in consiglio comunale decidendo se far demolire gli immobili o mantenerli sul territorio».
I proprietari del manufatto abusivo in località Starza, per realizzare un abbattimento in proprio, hanno ottenuto, il dissequestro da parte del magistrato dell’immobile. La demolizione costerà circa seimila euro (una cifra minore rispetto alla demolizione "in danno"), comprendendo, in tale somma, l’abbattimento del fabbricato, il trasporto del materiale di risulta e l’immissione di terreno vegetale per ricomporre lo stato dei luoghi. Con tale atto all’abusivo verrà restituita la proprietà del terreno che - diversamente - resterebbe acquisito al patrimonio comunale.
Alfonsina Caputano