«Casa “murata” dall’ascensore» 

Agropoli, proprietaria si appella al sindaco: «Se lo installano sarò prigioniera»

AGROPOLI. «Vogliono violare il mio diritto di entrare ed uscire liberamente dal mio appartamento. Chiedo al sindaco di intervenire». A lanciare l’appello al primo cittadino è Anna Falco, proprietaria di un appartamento in un palazzo storico in via Patella 23, al pianterreno. A sollevare la protesta della signora Anna, è la volontà dei condomini di installare un ascensore nel palazzo. Nulla di strano se non fosse che lo stesso causerà disagi enormi per l’immobile del pianterreno.
«L’ascensore sarà collocato - spiega Anna Falco - davanti all’ingresso del mio portoncino, dove si trova la tromba delle scale, compromettendo anche l’accesso al sottoscala considerato che non riuscirò ad aprire bene la porta per entrare. Per collocare un ascensore a norma, che consenta l’utilizzo pure da parte dei diversamente abili, occorre un determinato spazio. Secondo la normativa dovrebbero lasciarmi un metro e venti, qualora mi concedessero questo spazio, quasi sicuramente, non riuscirebbero a costruire l’ascensore. Quindi anche se magari sulla carta mi diranno, che saranno rispettati gli spazi, di fatto non lo faranno. I disagi saranno tutti i miei, nell’appartamento non potrà entrare nemmeno un passeggino o una sedia a rotelle. In buona sostanza, l’ascensore agevolerà i condomini, disabili compresi, e il mio appartamento non sarà usufruibile in modo ottimale».
Un appartamento che Anna Falco, vedova, ha acquistato per fare un investimento. Ora teme che dopo la costruzione del fatidico ascensore non potrà nemmeno, qualora ne avesse l’opportunità, affittare. «Che valore avrà se non fosse accessibile? Senza contare il rumore, le vibrazioni e il viavai di gente – evidenzia – che l’ascensore produrrà nel mio appartamento». Il 15 gennaio ci sarà una riunione condominiale per la presentazione e approvazione del progetto. « Essendo tutti d’accordo – conclude Anna Falco – approveranno il progetto senza ostacoli. Mi appello all’amministrazione comunale, affinché, blocchi questa ingiustizia e si riesca a trovare democraticamente un’alternativa». (a. s.)