Casa Gallo, un letto ai parenti dei malati

La residenza, per iniziativa dei Lions, sorge nei pressi del pronto soccorso del Ruggi e rappresenta un punto di riferimento

A due passi dal pronto soccorso del “Ruggi” è ubicata la Casa di accoglienza Lions Salerno “Luigi Gallo” intitolata in memoria di un giovane di Salerno che morì prematuramente. Ieri la mamma Maria, che donò al Lions Salerno host una cospicua somma per costruire la casa che ospita i familiari degli ammalati, era lì in occasione dell’incontro con il numero uno del Lions club internazionale, Jitsuhiro Yamada. Ma ieri nella casa-albergo c’era, come anche quattro anni fa, Antonietta Valiante giovane mamma di Montano Antilia, comune del Cilento.

«Partorii in casa e poi dovetti correre in ospedale. Avevo organizzato una cena per il mio compleanno – ha raccontato – e tutto procedeva bene, poi ad un certo punto cominciarono forti dolori. Ero incinta, neanche il tempo di allontanarmi dagli ospiti che nel giro di brevissimo tempo nacque mio figlio Giacomo, con due mesi d’anticipo». Tutti e due arrivarono al Ruggi. «Mio figlio fu ricoverato nel reparto di Terapia intensiva e io trascorsi 50 giorni nella casa. Mi trovai benissimo, il clima era familiare e accogliente, feci amicizia con tutte le ragazze che gestivano la struttura e infatti appena sono tornata si sono ricordate subito di me. Preoccupazioni a parte, in questa casa sono stata benissimo».

È preoccupata, invece, per le condizioni di salute di suo figlio un’altra mamma, di Roccadaspide, che da giorni dorme a casa “Gallo” perché al giovane di 19 anni è stata diagnosticata una leucemia. Quindi ieri non era sorridente come mamma Valiante che è ritornata al “Ruggi” solo per fare dei controlli. In ospedale ha incontrato il presidente dell’Ail, Gioacchino Tulimieri, «che mi ha suggerito questo posto e mi trovo molto bene», ha detto la signora ritornando in ospedale verso metà mattinata, dopo la notte trascorsa accanto al figlio. In effetti in ogni reparto del “Ruggi” c’è una targa che informa dell’esistenza della residenza nel perimetro ospedaliero.

Tra lo staff della casa, Antonella Mosca, ha ricordato tante persone che sono passate di lì. «Ricordo che anni fa arrivò una famiglia di Villa Literno perché il figlio 21enne era in lista d’attesa per un trapianto di rene. Il rene che avrebbe dovuto ricevere era compatibile. Ma presto si seppe anche chi era il donatore, perché fu coinvolto in un terribile incidente e la notizia si diffuse rapidamente. Alla fine l’anonimato saltò ed entrambe le mamme si conobbero, fu molto commovente». Nella reception della casa c’è il libro dei ricordi, in pratica un registro dove ci sono tutti i commenti, di anno in anno, di chi è passato per la residenza. Il gruppo di lavoro della casa portò, invece, dei fiori a un ragazzo che non ce la fece: «G. C., di Acerra, 3 anni fa fu colpito da aneurisma cerebrale, i suoi familiari rimasero qui dal 20 febbraio al 20 maggio, trascorsero la Pasqua nel giardino della casa – ricorda la dipendente - Dopo una settimana di coma sembrava miracolato, si era ripreso bene e faceva sperare per il meglio, invece poi si aggravò e dopo un calvario non ci fu nulla da fare».

Poi è ritornato il sorriso parlando di un bimbo di 4 anni di Casoria che è stato sottoposto «a chemio e radioterapie, ed era gravissimo, ma poi si è ripreso alla grande». Ieri ha lasciato la casa insieme alla mamma una ragazza di Montano Antilia, che ha la sclerosi multipla e un tumore ed al “Ruggi” si è dovuta sottoporre a cure nella camera iperbarica. Le ragazze si occupano di tutto, incluso cambiare le lenzuola, poi per pranzare è possibile andare nella mensa dell’ospedale col ticket ridotto, da 7.16 euro a 5.16 euro e fare un pasto completo (ci sono 23 camere tra singole e doppie e 42 poti letto, la tariffa va a decrescere: una notte 25euro la singola, 33 la doppia; fino a 12 notti 20 e 28 euro, oltre 15 e 25 euro). La casa è aperta dal 1992, arrivano persone da Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Lazio, ma anche dal Nord e dall’estero, incluso dall’Australia o dal Giappone.

Ma ci sono anche bambini che alloggiano nella casa perché si sottopongono a trattamenti oncologici in day hospital. Proprio per questo Aldo De Vita, presidente esecutivo della casa di accoglienza, Franco Cesareo ideatore della casa, Vito Sarno tesoriere, Francesco Accarino del club di Cava e tanti altri sono impazienti di realizzare un altro progetto: una casa per i bambini ammalati che devono essere ricoverati e che possa accogliere anche i figli dei dipendenti, realizzando un asilo nido ad hoc con 60 posti.

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