Casa di riposo a S. Arsenio ora rischia la chiusura 

In pericolo il posto di lavoro per i 12 dipendenti della cooperativa “Il Girasole” Allarme anche per i 17 anziani ospiti della struttura di località S. Vito 

SANT’ARSENIO. La spada di Damocle della chiusura della casa di risposo di Sant’Arsenio, ubicata in località San Vito, continua a pendere sulla testa dei dodici dipendenti della cooperativa “Il Girasole”, che si occupa della gestione della struttura, e dei diciassette anziani ospiti della casa di riposo. A denunciare il rischio della chiusura è stato il gruppo consiliare di opposizione “Si Cambia” attraverso il consigliere comunale Luigi Pandolfo, che da diverso tempo si sta occupando della vicenda, insieme agli altri consiglieri per cercare di trovare una soluzione positiva alla questione.
La vicenda viene alla luce poche settimane fa, l’11 dicembre, quando un sacerdote, tutore di una pensionata ospite della casa, riceve dalla cooperativa una lettera di preavviso di dimissione della donna e risoluzione contrattuale perché, si legge - «il Comune di Sant’Arsenio con nota protocollo del 13 novembre 2017 ha trasmesso alla scrivente comunicazione di cessazione dei servizi resi presso la struttura a far data dal 31 dicembre 2017». Nella lettera il sacerdote viene invitato a trovare un’altra sistemazione per la donna e a ritirare i suoi effetti personali.
La lettera finisce nelle mani di Luigi Pandolfo che si attiva per cercare di scongiurare la chiusura. Il problema diventa oggetto di discussione del Consiglio comunale dello scorso 22 dicembre. «La situazione - ha spiegato Pandolfo - è particolarmente critica e ci sono tantissime anomalie a partire dalla gara di appalto tampone che è stata fatta in extremis dal Comune per la gestione della struttura per soli 6 mesi, ossia fino al mese di giugno di quest’anno, questo è sperpero di denaro pubblico, non c’è un piano di ammortamento, non è stata fatta un’analisi dei costi, inoltre ho fatto mettere a verbale che nel bando di gara c’è solo l’offerta economica e non il progetto tecnico quindi non viene indicata per la dieta prevista per gli ospiti, quali prodotti saranno usati per l’igiene o quali saranno le attività di animazione previste. La sensazione è che sia stato tutto frutto di improvvisazione per trovare una soluzione temporanea invece di fare una programmazione a lungo temine per poter garantire non solo la possibilità a chi ha scelto la casa di riposo di Sant’Arsenio di potervi restare, ma anche per evitare che dodici persone, tutte del posto, possano perdere il posto di lavoro».
Erminio Cioffi
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