Lo scandalo

Cartellini marcatempo truccati, un'altra ottantina di indagati al Ruggi

Anche dei medici coinvolti nell'inchiesta sull'uso "non corretto" del badge all'ospedale

SALERNO. Sullo scandalo del badge in ospedale spuntano anche i nomi di alcuni medici tra i destinatari degli avvisi di garanzia. Sono state, infatti, chiuse le indagini a carico di un'ottantina di dipendenti dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per l'uso «non corretto» del cartellino marcatempo. Spuntano anche i nomi di alcuni medici tra i destinatari dei provvedimenti.

L’indagine, legata a doppio filo all’inchiesta Just in time, che ha portato anche al licenziamento di sette dipendenti dell’ospedale, nasce (questa volta) dalle segnalazioni della responsabile delle Risorse umane Antonietta Niro. La dirigente aveva consegnato, all’indomani dello scandalo assenteisti, nelle mani degli uomini della guardia di finanza una serie di carte e documenti in cui erano indicati diversi casi di timbrature anomale. Ad esempio, vi erano anche entrate e uscite a distanza di pochi minuti l’una dall’altra.

Dati che indicavano numeri da capogiro: quasi 80 mila giornate di assenteismo al Ruggi.

Nel corso del controllo, nello specifico, sono emersi circa 8mila casi di mancata correzione delle errate/omesse timbrature; 1300 casi di presenza nella stessa giornata di timbrature e giustificativo (ferie, permessi, malattie); 70 mila giornate di assenza non giustificata. Numeri che nello stesso verbale redatto dai componenti della commissione vengono definiti record e che tradotti in soldoni potrebbero voler dire un danno erariale di milioni di euro. Ora in 85 dovranno rendere conto alla Finanza dell’errato utilizzo del badge e dimostrare, nel dettaglio, di aver ottemperato alle regole e agli orari del proprio lavoro.