Cartelle di Equitalia mai consegnate Scatta la class action

La stanno preparando gli avvocati Dalia e Gargione che evidenziano problemi di natura civilistica e penalistica

Una class action contro Equitalia e denunce penali per accertare eventuali reati (e conseguenti eventuali responsabilità) nella vicenda del deposito delle cartelle esattoriali Equitalia alla “casa comunale”, come dice la legge, vale a dire all’ufficio Archivio del Comune di Salerno (ma anche di altri municipi della provincia), per irreperibilità del destinatario. Ci stanno lavorando due legali salernitani: l’avvocato Gaspare Dalia per gli aspetti penali e l’avvocato Giancarlo Gargione per gli aspetti civili.

A spiegarne le ragioni è proprio quest’ultimo. «Riteniamo che la procedura seguita nel deposito di queste cartelle alla casa comunale non sia conforme a quella prevista dalla legge: stiamo approfondendo alcuni aspetti procedurali per agire eventualmente con una class action. Abbiamo il forte sospetto che non sia stato effettuato alcun accesso al domicilio del contribuente».

Come fate a sostenerlo?

«Ci sono diversi dati che ci inducono a riflettere. Il primo è rappresentato dal dato numerico. Stando alla documentazione depositata, ciascun messo notificatore - ma su questa qualifica è importante tornare - effettua circa 100-150 accessi (vale a dire tentativi di consegna, ndr) al giorno, in strade spesso anche distanti tra loro. Riteniamo sia materialmente impossibile».

Che dubbi ha sulla qualifica di messo notificatore?

«Il messo notificatore è, per legge, chi ha una qualifica riconosciuta dalla legge per poter agire quale pubblico ufficiale: possiede determinati requisiti ed ha seguito un particolare iter formativo. Chi ha tentato di consegnare queste cartelle si dichiara, nell’atto, messo notificatore. Ne aveva i requisiti? Legge alla mano, un messo notificatore può agire solo per conto di una società di riscossione o del Comune».

Il portalettere, insomma, sia esso di Poste italiane o di un'altra società di recapito, a suo avviso non lo è?

«Non solo. La legge impone la contestualità delle diverse fasi che caratterizzano il deposito dell’atto alla casa comunale. Per molte di queste cartelle invece il deposito è avvenuto il 25 febbraio, la raccomandata è stata spedita il 17 marzo e il primo tentativo di recapito, parliamo di una raccomandata Salerno per Salerno, è avvenuto ai primi di aprile. È contestualità questa? Per non parlare di interessi e spese di notifica».

No, parliamone

«Le cartelle contengono spese di notifica standard: per legge vanno invece rapportati al luogo di residenza del contribuente. E gli interessi, se l’atto non è stato notificato, come sono stati calcolati?».

Dal punto di vista penale, cosa non vi convince?

«Se chi ha tentato il recapito si è qualificato per quello che non è, già abbiamo un primo aspetto. Se poi ha dichiarato che ha effettuato un tentativo di recapito che in realtà non è mai avvenuto, ecco un secondo aspetto. Parliamo di una dichiarazione non conforme al vero».

Scusi: ma come si spiega tutto questo? A chi giova, giacché la notifica si perfeziona con il recapito al contribuente?

«Qui siamo nel novero delle ipotesi. Una parte della giurisprudenza ritiene che la notifica si perfeziona con il deposito dell’atto. Mi sovviene però anche il sospetto che una simile procedura potrebbe valere comunque a interrompere la prescrizione».

Remo Ferrara

©RIPRODUZIONE RISERVATA