Cartella clinica falsa, medico a giudizio

Affronterà il processo il ginecologo che avrebbe effettuato un intervento non necessario. Il neonato nacque già morto

Falso in cartella clinica per una partoriente che ebbe un bimbo poi nato morto: a processo l’ex direttore del Reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Scafati. Il giudice per le udienze preliminari, Giovanna Pacifico ha rinviato a giudizio il noto medico cavese per un episodio avvenuto il 7 agosto del 2010 giorno in cui la puerpera, anch’ella cavese, diede alla luce un bimbo nato morto. La Procura non contesta all’ex direttore del reparto - poi chiuso dopo una serie di morti sospette - bensì la falsificazione della cartella clinica della paziente. Secondo l’accusa, la donna fu sottoposta ad un taglio cesareo senza aver prestato il suo consenso.

Matteo Tortora Della Corte avrebbe apposto o fatto apporre la sottoscrizione, facendo risultare che la paziente era stata informata da un altro medico, correttamente della diagnosi e dei rischi connessi all’intervento chirurgico. Il taglio cesareo fu poi fatto dai medici dell’équipe di Matteo Tortora della Corte e il bimbo morì, per cause - scrive la Procura - non imputabili al medico stesso. Inoltre, fece risultare falsamente in cartella che la paziente era affetta da ‘sovra-distensione segmento uterino’ una patologia che rendeva necessario il parto con taglio cesareo. Ma anche questo, secondo i periti nominati dalla Procura di Nocera Inferiore, non era vero. Nel corso delle indagini sono emerse le numerose irregolarità trascritte nella cartella clinica che hanno spinto il pm a chiedere il processo per il medico, più volte finito sotto inchiesta per casi di malasanità. Il Gip ha rinviato a giudizio il dottore 66enne, difeso dall’avvocato Michele Avallone, dinanzi al giudice monocratico De Filippo per l’udienza del 26 maggio prossimo. Il caso della partoriente di Cava, all’epoca, fece molto scalpore. In pochi mesi, all’ospedale di Scafati si succedettero numerose morti di partorienti e la Procura aprì numerosi fascicoli d’inchiesta.

Il reparto fu poi chiuso definitivamente per gravi carenze igienico sanitarie dopo il decesso di una madre e dei due gemellini che portava in grembo. In quell’occasione, non ci furono addebiti per il direttore del reparto Matteo Tortora Della Corte, ma finirono sotto inchiesta cinque medici di quel reparto. L’ex direttore dovrà, invece, difendersi dall’accusa di aver falsificato la cartella ritenendo necessario un intervento chirurgico che poteva essere evitato. Per la parte offesa costituita in giudizio il dolore della perdita del proprio bambino e di un’operazione evitabile. Su queste accuse dovrà decidere il giudice monocratico nel processo che inizierà a maggio.

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