Caritas Sant’Antonio verso la chiusura Allarme assistenza

L’Unione europea taglia i fondi al Banco alimentare Il centro di Mercato S. Severino può resistere fino a maggio

SEVERINO. La decisione dell’Unione europea di tagliare i rifornimenti al Banco Alimentare, mette a rischio l’assistenza dei circa 600 indigenti serviti dalla Caritas Sant’Antonio. La struttura caritatevole cattolica, infatti, si rifornisce, in larga parte, proprio presso il Banco Alimentare. La Caritas, attiva da oltre venti anni presso l’omonima parrocchia e convento guidati dai frati francescani minori, serve un’utenza formata, per la maggior parte, da cittadini bisognosi di Mercato S. Severino e dei comuni limitrofi. Solo una piccola parte, è costituita da extracomunitari.

Sono, in totale, 260 circa le famiglie, per un totale appunto di 600 persone circa, che periodicamente - in media ogni 15 giorni - ricevono un pacco alimentare presso il convento francescano. Un pacco con pasta, pelati, olio, fette biscottate, zucchero che provenivano proprio dal principale centro di rifornimento. Al momento, la struttura di solidarietà dei frati francescani, presso la quale è preziosa la collaborazione di un gruppo di giovani sanseverinesi, ha le scorte per garantire l’assistenza per tutto il mese di aprile. Agli inizi del prossimo mese di maggio, i volontari effettueranno un altro carico presso il Banco e, dalla sua consistenza, si potrà valutare per quanto tempo ancora si potrà garantire l’assistenza ai bisognosi. La speranza è che il servizio possa, comunque, continuare, soprattutto grazie alle donazioni delle aziende del territorio, dei benefattori, a interventi statali.

Non sono pochi, infatti, i cittadini che devolvono beni di prima necessità alla Caritas, non solo alimentari, ma anche capi di abbigliamento, scarpe, giocattoli. Durante le festività natalizie e pasquali, i giovani volontari promuovono raccolte straordinarie di beni presso salumerie e supermercati della città. Il rischio di interruzione del servizio potrebbe riguardare anche la Caritas attiva nella frazione Pandola, che serve una cinquantina di persone. L’amministrazione comunale è a conoscenza del problema e, da diversi anni, mette in campo tutti gli sforzi possibili per contrastare il fenomeno, attraverso contributi, buoni spesa, ediliza agevolata.

Antonio De Pascale

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