Carfagna torna a Salerno e lancia accuse ai De Luca 

Partito da Cava il tour dell’ex ministra per il rush finale della campagna forzista «Sui rifiuti è emerso un quadro inquietante, se qualcuno ha sbagliato deve pagare»

CAVA DE’ TIRRENI. Incoraggia il popolo forzista all’ultimo sforzo «perché noi siamo qui per garantire i cittadini, in quanto questi territori hanno bisogno di buona politica e non di rabbia». E, perciò, invita tutti a impegnarsi ancora di più «andando casa per casa per convincere tutti a votare Forza Italia, in quanto non si deve mai dare nulla per scontato».
Mara Carfagna, a Cava de’ Tirreni per una tappa del tour elettorale nel Salernitano, oltre a dare sostegno ai candidati forzisti, quasi tutti presenti, affronta anche i temi più scottanti degli ultimi giorni. E, naturalmente, parla dell’inchiesta che vede coinvolto il secondogenito del presidente della Regione, Roberto De Luca: «Non so se influirà sull’esito elettorale – chiosa - lo sapremo ad urne chiuse. Sicuramente quello che è emerso è un quadro inquietante. Noi avremmo tutto l’interesse ad attaccare a testa bassa gli avversari politici ma non lo faremo per raccattare qualche voto. Se, comunque, qualcuno ha sbagliato dovrà pagare». L’ex ministro non si nasconde dietro un dito, individuando, nella vicenda finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Napoli, precise colpe politiche. «Da tutto ciò che si è visto finora – spiega – emerge un dato politico: la questione delle ecoballe. Due anni fa Vincenzo De Luca aveva promesso solennemente che le avrebbe rimosse. Invece sono ancora lì a marcire. Era riuscito ad ottenere pure dei fondi dal Governo. Noi, senza clamore, con il presidente Caldoro, eravamo riusciti a smaltirne circa 800mila tonnellate e lo avevamo fatto, come sempre con tutt’altro stile». Tornando sul coinvolgimento di Roberto De Luca, l’ex ministro ha le idee ben chiare: «Sarà compito della magistratura – sottolinea – stabilire se vi siano o meno responsabilità di rilevanza penale. A me, tuttavia, piacerebbe sapere a quale titolo era lì ad occuparsi di questioni che riguardano le competenze della Regione. Il suo avvocato dice che lo ha fatto a titolo personale, come professionista. Ma, anche in questo caso, il conflitto d’interesse è evidente, perché s’interessava di una vicenda i cui cordoni della borsa sono comunque gestiti dal padre».
Nell’attacco ai De Luca non può mancare la stilettata nei riguardi di Piero De Luca e della sua candidatura nell’uninominale alla Camera. «Noi non abbiamo un erede al trono – rimarca la Carfagna – in quanto Forza Italia non è una monarchia in cui il seggio in Parlamento s’eredita. Abbiamo schierato in campo la squadra migliore, puntando su persone radicate sul territorio e su professionisti». Carfagna, altresì, lancia un messaggio di pace verso i berlusconiani locali che non hanno digerito l’esclusione dalle liste. «La scelta dei candidati – puntualizza – è sempre un momento di grande fibrillazione, che purtroppo scontenta sempre qualcuno Ci dispiace per chi è rimasto deluso, il nostro impegno è di costruire insieme a loro un percorso che possa premiare le loro aspettative».
Adesso, però, è il momento di rimboccarsi le maniche per il rush finale. «La sfida – precisa la leader forzista – è tra centrodestra e Movimento 5 stelle. Il Partito democratico, infatti, è imploso per le sue crisi interne». Tra i forzisti e i grillini, a detta della Carfagna, c’è una sostanziale differenza. «Noi, al contrario dei pentastellati, che a Roma e Torino hanno dimostrato di non saper governare – conclude l’ex ministro - non cavalchiamo la rabbia della gente, alla quale vogliamo dare delle risposte. Abbiamo un patrimonio di credibilità: abbiamo aumentato le pensioni minime, abolito la tassa di successione e di donazione, l’Ici per la prima casa, aumentato, dati Istat certificati, di 1 milione e mezzo i posti di lavoro con la legge Biagi, varato la legge sullo stalking. Per noi le promesse sono impegni che poi realizzeremo nel corso del nostro mandato».
Gaetano de Stefano
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