Carfagna spalla di Berlusconi nella scissione con Alfano

La parlamentare salernitana nel ristretto novero dei fedelissimi del Cavaliere insieme a Fitto, Gelmini e Galan. Grandi manovre per rilanciare Forza Italia e staccarsi dai ministri Pdl. Ennesimo attacco all’Anm

C’è sicuramente Mara Carfagna tra le protagoniste in prima linea della scissione interna al Pdl. La parlamentare salernitana fa parte del ristretto gruppo di cui Berlusconi si fida, nel quale figurano anche Fittop, Gelmini e Galan. «Il grande popolo dei moderati, maggioranza nel Paese, tornerà a sventolare la gloriosa bandiera tricolore di Forza Italia, vessillo di libertà e democrazia. Il percorso è chiaro, così come i contenuti valoriali del progetto: meno Stato, più mercato e solidarietà sociale», ha del resto affermato, in una nota, la portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna, al termine dell'Ufficio di presidenza del Popolo della libertà nel quale Berlusconi ha azzerato tutte le cariche, compresa quella di segretario per Alfano.

I lealisti erano partiti con la raccolta delle firme per portare sul tavolo del Cavaliere un documento in cui si ribadivano i punti su cui gli esponenti del partito si battono da diverso tempo e che ha come obiettivo principale l'azzeramento delle cariche con il Pdl che torna nelle mani di Berlusconi. Oltre a ribadire la necessità di convocare l'ufficio di presidenza i lealisti hanno sottolineato l'unità di intenti intorno alla figura dell'ex premier come unico leader. L'obiettivo è quello di arrivare a 600 firme coinvolgendo anche i componenti del Consiglio Nazionale del partito. La raccolta è già stata avviata con la mobilitazione di 5 regioni Lazio, Lombardia, Puglia, Campania, Toscana. Le adesioni - fanno sapere - sono già intorno a 300.

In vista dell'ufficio di presidenza, i lealisti del Pdlde, si sono riuniti a casa di un deputato seguendo la raccolta firme avviata in calce a un documento «a totale sostegno di Silvio Berlusconi presidente e per il ritorno a Forza Italia». Alla riunione presenti Raffaele Fitto, Maria Stella Gelmini, Stefania Prestigiacomo, Renata Polverini, Deborah Bergamini, Mara Carfagna, Gianfranco Rotondi, Renzo Tondo e Saverio Romano.

«Servirebbe maggiore realismo e buon senso. Ritenersi immuni da ogni critica, non riconoscere l'esistenza del grave vulnus rappresentato dalla componente più ideologizzata, in servizio effettivo e permanente alla causa politica, significa distorcere la realtà ed ergersi, di fatto, al di sopra di ogni potere. E questo in una democrazia sana è intollerabile. Siamo di fronte alla pretesa dell'Anm di sovvertire e, in senso lato, avocare a se la sovranità della nostra nazione». Lo afferma, in una nota, la portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna. «Ci opporremo sempre a questa falsa rappresentazione di una giustizia giusta, integerrima e assolutamente scevra da ogni ingerenza ideologica. La realtà - aggiunge - è un'altra. E non riguarda solamente la guerra senza quartiere che parte della magistratura sta combattendo, per puri scopi politici, contro Silvio Berlusconi ma attiene al malfunzionamento di una sistema che si frappone come una diga allo sviluppo del Paese». «Ecco perché serve una riforma. Evocarne un intento punitivo - conclude - è solo l'ennesima liturgia dei sacerdoti della conservazione».