la politica

Carfagna: «Si proclami De Luca e finisca l'incertezza»

La portavoce di Fi: «La Corte d'Appello proceda quanto prima, Renzi faccia come Berlusconi nel 2010 con Conte e Gambino»

ROMA. «Speriamo vivamente che l'ufficio elettorale della Corte d'Appello proceda quanto prima alla proclamazione di Vincenzo De Luca, così da porre fine a questa situazione di incertezza e alle continue dichiarazioni da parte dei membri del Governo sul fatto che per sospendere il neoeletto governatore della Campania bisogna aspettare la proclamazione». Lo dice la portavoce di Fi alla Camera Mara Carfagna.  «La proclamazione del Presidente - aggiunge - infatti avviene prima rispetto a quella degli eletti al consiglio regionale. Nel 2010, ad esempio, Stefano Caldoro fu proclamato il 17 aprile (si era votato il 28 e 29 marzo), gli eletti il 28 aprile. Mentre il consiglio regionale si è insediato il 12 maggio. Tuttavia i tempi, per la notizia relativa ad una eventuale sospensione degli eletti potrebbero essere accelerati. È già successo. Il Prefetto di Napoli potrebbe già avvisare la Presidenza del Consiglio che si procederà alla sospensione di Vincenzo De Luca una volta proclamato, come già fece proprio nel 2010 per Conte e Gambino. L'allora primo ministro, Silvio Berlusconi, firmò la sospensione dei due consiglieri eletti l'8 maggio e tale sospensione fu notificata l'11 maggio, non facendo proprio insediare Conte e Gambino in Consiglio regionale». 

La portavoce di Fi conclude: «Auspichiamo dunque che la stessa velocità venga applicata al caso di De Luca, che la Prefettura non si allontani da una prassi consolidata, che Palazzo Chigi non ritardi la firma della sospensione e che il neo Governatore non abusi del tempo che gli verrebbe indebitamente concesso. Perché anche se nessuno sembra preoccuparsene le conseguenze di tutte queste beghe avrebbero un sapore amaro: quello del trattamento ad personam. Non tifiamo per il caos istituzionale, ma non possiamo tollerare che chi si è assunto la responsabilità di esporre la Campania a questo rischio ora, per evitare conseguenze che erano ben note, provi a forzare la legge. Non possiamo tollerare che qualcuno in nome della furbizia e del potere provi ad aggirare norme che, giuste o no, sono vincolanti e obbligatorie per tutti».