Carfagna-Cirielli, accuse e veleni

Cirielli spara a zero sulla Carfagna. La replica: dittatore di provincia

SALERNO. «Sono basito dal suo comportamento scorretto nei confronti del premier che le ha dato tutto in politica». Il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, ha commentato così la minaccia di dimissioni del ministro per le pari opportunitá Mara Carfagna».

• «Io - ha aggiunto - sono stato eletto due volte consigliere regionale, tre volte parlamentare, parlamentare europeo. Lei si trova lì grazie a Berlusconi e per correttezza e gratitudine dovrebbe tacere. Il ministro Carfagna da tempo stava meditando un gesto clamoroso. Dispiace che questo gesto capiti in un momento molto difficile per il premier. Per una questione di gratitudine e al di lá delle sue ragioni, se mai ne avesse, non doveva tirare fuori questa vicenda in un momento così delicato».

• «Lei - ha sottolineato Edmondo Cirielli - non ha mai fatto politica, è diventata deputato da nominata, è stata nominata ministro, ha litigato con tutti a Salerno, a Napoli, a Roma e ora fa un piccolo ricatto. Chiede al premier "o me o loro". Un po’ di gratitudine in un momento così difficile sarebbe stata una scelta più saggia».

Poi, ha precisato Cirielli, «non ho chiesto io di occuparmi del termovalorizzatore di Salerno, ma lo ha deciso una legge del Parlamento che è stata votata anche dalla signora Carfagna». Infine, Cirielli, intervistato da SkyTg24 Pomeriggio, ha fornito una sua particolare chiave di lettura sull’elezione a consigliere regionale di Mara Carfagna (prima degli eletti con 55mila voti di preferenza). «Il ministro Carfagna ha preso i voti a Napoli utilizzando il sistema della doppia preferenza, vale a dire togliendo voti ad altre donne che magari sarebbero andate al Consiglio regionale e facendo accordi con tanti uomini candidati perché tanto sapevano che lei non sarebbe andata al Consiglio regionale. Bel ministro delle Pari Opportunitá!».

• «I partiti - ha aggiunto l’esponente del Pdl - si formano nei congressi con il confronto della classe dirigente. Non penso che approfittare di vicende giudiziarie o di calunnie sia un buon modo per costruire un partito. In maniera democratica ci si confronta su tesi e progetti e poi si individuano le persone. Io non credo che Nicola Cosentino sia attaccato alla poltrona con l’attak. Ha detto molte volte che è pronto a fare un passo indietro, ma certo non intende farlo - ha concluso - a favore di altri come Carfagna che non hanno consensi né nel partito, né sul territorio».

• Dal canto suo, la Carfagna anche ieri ha ribadito le condizioni per ritornare sui suoi passi. In primis quella del «termovalorizzatore di Salerno» che rischia di «non essere fatto» e la cittá di «finire sotto i rifiuti, dopo Napoli». E su questo primo punto «non scendo a compromessi». E poi la questione di un Pdl che non deve essere «uno strumento di potere a vantaggio di pochi capi locali che fanno il bello e il cattivo tempo, perché questo è l’andazzo». A livello regionale e provinciale, denuncia, «il partito è governato con sistemi dittatoriali».
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