Carcere per l’accoltellatore di Salvatore

Il giudice nega al georgiano la concessione dei domiciliari. Lui si difende: «Sono stato aggredito, ho reagito per paura»

Resta in carcere il georgiano Ermile Gagnidze, che sabato sera ha accoltellato all’addome il salernitano Salvatore C., tuttora ricoverato in gravi condizioni al “Ruggi”. Ieri mattina il giudice delle indagini preliminari Donatella Mancini ha interrogato il 39enne e ha deciso che non vi sono le condizioni per attenuare la misura cautelare. L’uomo ha ricostruito davanti al gip la sua versione dei fatti, affermando di avere sferrato le due coltellate dopo essere stato a sua volta aggredito. L’episodio è avvenuto poco dopo le 21 in via De Caro, al rione La Mennola. Tutto sarebbe cominciato per uno sguardo di troppo, poi Salvatore C. gli avrebbe tolto il bastone che porta perché claudicante e lo avrebbe colpito alle testa. «Ho tirato fuori il coltello per difendermi – ha detto il georgiano al giudice – l’ho minacciato ma ho capito che non si sarebbe fermato. Allora l’ho ferito e sono scappato, mentre lui ancora mi inseguiva con in mano il bastone». Diverso il racconto degli amici di Salvatore, secondo cui il 37enne avrebbe avvicinato lo straniero per il sospetto che facesse parte di una banda di ladri d’appartamento. Ne sarebbe nato prima un litigio e poi una colluttazione, nel corso della quale Gagnidze avrebbe tirato fuori dal giubbino un coltello a serramanico conficcandolo per due volte nella pancia del salernitano. Solo allora, secondo la versione fornita dai testimoni ai poliziotti delle Volanti, il 37enne avrebbe afferrato il bastone e cercato di raggiungere il georgiano che nel frattempo si era dato alla fuga. Un inseguimento terminato quando si è accasciato al suolo per le ferite, mentre le persone che hanno assistito alla scena telefonavano al 118 per fare arrivare i soccorsi.

Ermile Gagnidze è stato rintracciato dai poliziotti diretti dal vice questore Rosanna Trimarco, che hanno seguito le tracce di sangue e lo hanno trovato nell’androne di un palazzo mentre cercava di nascondersi e aveva già ripulito il coltello. Dagli accertamenti si è scoperto che il 39enne non ha a Salerno una residenza fissa ma risulta ospite in una struttura ricettiva. Contro la custodia cautelare in carcere il suo avvocato, Vincenzo Faiella, presenterà ricorso al Tribunale del Riesame chiedendo pure che il reato di tentato omicidio sia derubricato in lesioni personali gravi, in quanto il suo assistito non avrebbe avuto l’intenzione di uccidere. Le condizioni di Salvatore C. restano però gravi, il suo fisico sta rispondendo alle cure ma la prognosi è ancora riservata. I fendenti lo hanno raggiunto al fegato e a un polmone, causandogli lesioni profonde agli organi interni e costringendo i medici ad asportargli la milza. Per lui si è tenuta l’altra sera, nella chiesa di San Gaetano, una veglia di preghiera.

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