Carcere a “porte aperte”, è rotto il cancello

Aumentata la sorveglianza notturna. Non ancora aggiustate alcune recinzioni divelte dal vento

Carcere a “porte aperte” a Salerno. Non è lo slogan di una nuova iniziativa ministeriale, alla stessa stregua di quella che vede coinvolti i musei, ma l’assurda condizione che vive la Casa circondariale di Fuorni. Che stavolta finisce nell’occhio del ciclone non per i problemi di sovraffollamento ma, piuttosto, per grattacapi legati a difficoltà di manutenzione ordinaria e straordinaria. Nell’istituto di pena salernitano, infatti, da diversi giorni il cancello principale d’accesso, da dove entra il personale e attraverso il quale vengono introdotti gli ospiti, è inutilizzabile. O meglio l’apertura automatica è completamente andata in tilt e, perciò, per non correre il rischio di restare chiusi all’interno e, presumibilmente, per difficoltà a farlo scorrere manualmente, si è preferito mantenere il cancello aperto per la metà. Un stratagemma dettato dall’emergenza e che, probabilmente, durerà almeno fin quando non saranno definitivamente ripararti i guasti che hanno provocato l’inconveniente, anche se, a quanto pare, finora tutti i tentativi non avrebbero sortito gli effetti sperati. D’altronde sembra proprio che non si tratti di una novità assoluta, in quanto già durante le festività natalizie si sarebbe verificata qualche avvisaglia di rottura.

Fatto sta che, giorno e notte, il cancello resta socchiuso, determinando un surplus di lavoro per gli agenti della polizia penitenziaria in servizio, costretti a presidiare la zona soprattutto durante le ore notturne e a mantenere ancora di più alta l’attenzione.

Perché il disservizio è sotto gli occhi di tutti e, in particolar modo, dei familiari dei detenuti che nei giorni di visita, quando già di buon ora arrivano nel perimetro della struttura, si trovano d’avanti l’incredibile e inatteso scenario. Ma, purtroppo, i danni alle inferriate del carcere non s’esauriscono con il black-out del cancello d’ingresso. Da fine dicembre, infatti, sono divelte le recinzioni che costeggiano le abitazioni di pertinenza del penitenziario. I danni sono ben visibili e le sbarre divelte sono adagiate sul selciato da più 20 giorni. Precisamente dal 28 dicembre scorso, quando a causa delle violente raffiche di vento, un albero di grosse dimensioni si abbatté sul recinto in metallo, sfondandolo per circa trenta metri.

Gaetano de Stefano

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