Carcasse di vitelli a mare Indagine della capitaneria

Ieri un sopralluogo alla foce di Capodifiume dove sono stati recuperati gli animali La Asl: «Le stalle sono informatizzate, non sarà difficile risalire al responsabile»

CAPACCIO. Carcasse di vitellini sulla spiaggia: parte l'inchiesta avviata dalla capitaneria di porto di Agropoli dopo la denuncia presentata dal Comune. Ieri sono iniziati i sopralluoghi lungo il corso di Capodifiume, alla cui foce sono stati rinvenuti i capi bufalini. Le carcasse saranno smaltite dall'Asl che provvederà alla rimozione attraverso la ditta incaricata, con la quale l'azienda sanitaria ha un'apposita convenzione. Le indagini sono concentrate sull'eventuale presenza del bolo (una sorta di microchip che viene inserito a circa un mese dalla nascita del vitellino, in un'area al di sopra dello stomaco per l'identificazione) sui capi rinvenuti sulla spiaggia. In meno di una settimana sono state rinvenute cinque carcasse in un raggio di circa 500 metri, lungo la battigia del litorale di Paestum in località Licinella. «Si tratta di casi sporadici - afferma il direttore del settore veterinario dell'Asl, Mimmo Nese - di qualche delinquente ed incosciente che si è reso protagonista di questo gesto sciagurato. Ora tutte le stalle sono informatizzate e se i capi erano stati identificati non sarà difficile risalire ai responsabili. Non è un fenomeno periodico, generalmente si verifica due o tre volte all'anno». Nel caso in cui venissero identificati gli autori dell'abbandono dei vitellini scaricati nel fiume, questi non solo saranno denunciati per inquinamento e maltrattamento di animali ma anche sanzionati con una multa, che ammonta a circa tremila euro. Proprio per l'individuazione degli allevatori responsabili, l'amministrazione, diretta dal sindaco Italo Voza, ha presentato una denuncia alla guardia costiera di Agropoli, diretta dal tenente di vascello Rosario Di Florio riservandosi di presentare una richiesta di risarcimento per i danni all'immagine arrecata al territorio.

I capi di bestiame, a volte ancora vivi, vengono buttati nei corsi d'acqua.

Il macabro primato delle morti per annegamento è detenuto dai vitellini bufalini maschi, non produttori di latte e, quindi, non utili ai fini commerciali. «Probabilmente - conclude Nese - il fenomeno è avvenuto durante le festività perché forse qualche allevatore incosciente non è riuscito a vendere i vitellini e ha deciso di disfarsene in questo modo». Una consuetudine assurda che pone a rischio la salubrità dell'ambiente, che l'amministrazione Voza ha intenzione di contrastare in tutti i modi mettendo in atto le azioni necessarie, come ha assicurato il consigliere comunale Maurizio Paolillo delegato allo sviluppo della fascia costiera: «Tolleranza zero contro tutti coloro che si rendono responsabili di fenomeni di inquinamento ambientale».

Angela Sabetta

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