«Captazioni selvagge, sos Calore»

Il Codacons presenta un esposto in Procura: il fiume scompare per 5 mesi l’anno

PIAGGINE. Captazioni selvagge alle sorgenti del Calore: a denunciarlo il Codacons, che ha inviato un esposto in Procura. «Il fiume Calore, ricadente in zona A (tutela integrale) del Parco Nazionale del Cilento - sottolinea il presidente del Codacons Campania, Enrico Marchetti - ha vari riconoscimenti di tutela ambientale: rientra in area Sic (sito di interesse comunitario), in Zps ( Zona a Protezione Speciale), in Area Natura 2000, è patrimonio Unesco, Geosito d'Europa, Riserva di biosfera». Ma, «non bastano questi riconoscimenti per garantire una protezione effettiva del corso d’acqua». «La captazione delle acque sorgive del fiume - sottolinea Marchetti - va oltre quanto consentito dalla legge, il deflusso minimo vitale non è rispettato e per 5 mesi l’anno il fiume è totalmente in secca».

«Il Calore, nel tratto ricadente nel comune di Piaggine - afferma il presidente - è passato ad essere un fiume temporaneo. Il corso è in agonia, vi sono danni gravissimi alla fauna, alla flora, alla biodiversità, inoltre la secca nel tratto di Piaggine sta cancellando l’identità stessa del comune».

Da qui la decisione del Codacons di rivolgersi alla Procura di Vallo «per segnalare la violazione delle disposizioni di legge che fissano il criterio del deflusso minimo e delle norme di attuazione del Piano del Parco». «Nei prossimi giorni- dice Marchetti - avvieremo una campagna per sensibilizzare anche l’ente Parco e le altre istituzioni interessate: non possiamo lasciare che un fiume che segna la storia delle comuni della Valle si spenga per l'insipienza degli uomini».