TERRITORIO SFREGIATO

Capaccio Paestum, ex Villaggio Merola: un pericolo i ruderi

Incompiuta la demolizione dei manufatti abusivi che a causa dell’erosione costiera spuntano dall’acqua o sull’arenile

CAPACCIO PAESTUM - L’erosione costiera lungo il litorale pestano sta fagocitando metri e metri di arenile. Nel tratto Foce Sele - Varolato, quel che resta dell’ex Villaggio Merola è praticamente finito in acqua. I manufatti, di quello che una volta era un complesso residenziale, sono crollati e tutto intorno regna il degrado assoluto. Il tratto di arenile andrebbe messo in sicurezza con la demolizione delle strutture pericolanti e la successiva bonifica totale con la rimozione dei materiali abbattuti. Il complesso residenziale, costituito da numerose villette, fu costruito intorno alla fine degli anni Settanta. All’epoca era stato collocato nella retroduna, nelle immediate vicinanze della fascia pinetata, a centinaia di metri dal mare. Con il trascorrere del tempo, le continue mareggiate e i danni causati dall’erosione le varie abitazioni sono crollate e la spiaggia si è assottigliata sempre di più. Innumerevoli le ordinanze emesse dal Comune di Capaccio Paestum nei confronti dei titolari delle unità abitative, ai quali venivano contestate una serie di violazioni urbanistiche.

Le strutture infatti, sono state oggetto di un procedimento giudiziario, avviato negli anni passati, a seguito delle indagini della Forestale di Foce Sele e della polizia municipale. Nel 2012 furono emesse dal Comune oltre una cinquantina di ordinanze di abbattimento per occupazione abusiva di suolo demaniale mai eseguite dai destinatari. Nel 2014 l’allora amministrazione comunale, guidata dal sindaco Italo Voza , dispose la messa in sicurezza dell’arenile nel tratto di spiaggia Foce Sele -Varolato con l’abbattimento e la rimozione dei vecchi manufatti pericolanti, residui del complesso residenziale. L’area fu in pochi giorni recintata e delimitata. Con il trascorrere degli anni, le case si erano avvicinate sempre più al mare, finendo per essere raggiunte dalle onde durante le mareggiate. La demolizione dei ruderi pericolanti era stata chiesta al Comune anche dalla Capitaneria di Agropoli. Nel 2014 il Comune, quindi, ha proceduto in danno per inadempienza dei destinatari delle ordinanze di abbattimento e proprietari delle unità abitative. In circa sette anni il mare ha raggiunto anche i restanti ruderi, che si trovavano nella parte più a nord della spiaggia.

Strutture, che rappresentano un pericolo per i bagnanti, che insistono su un tratto di spiaggia libera e facilmente accessibile a chiunque. Oggi, dunque, il problema si ripropone in tutta la sua drammaticità. In quel tratto è impossibile, per la presenza dei ruderi, percorrere il bagnasciuga inesistente anche in prossimità di due campeggi che insistono in quella area raggiunti dal mare. Inoltre sulla spiaggia sono presenti una miriade di tronchi che andrebbero, anche questi rimossi. E, in alcuni tratti dell’arenile adiacente la pineta, a causa dell’erosione sono emerse in superficie le radici degli alberi di pino. Occorrerebbe un intervento con una decisa riqualificazione dell’area demaniale al fine di consentirne il libero accesso in tutta sicurezza. L’estate 2021 è alle porte, ma nulla è stato fatto per dare un nuovo volto a quel tratto di spiaggia ed eliminare gli abusi compiuti nell’ex villaggio Merola. Una delle difficoltà che ha rallentato l’azione di riqualificazione, nel corso degli anni, è stata anche l’incertezza della titolarità dell’area demaniale, dove insistono i resti delle villette, e la serie di ricorsi e controricorsi che hanno caratterizzato questa lunga vicenda giudiziaria e di abusi edilizi.

Angela Sabetta