ECONOMIA E CRIMINALITA'

Capaccio Paestum, ex finanziere: «Così la camorra prende la mia azienda»

La denuncia di Di Luccio: «L’allevamento di bufale è stato comprato all’asta da imprenditori sospetti»

CAPACCIO PAESTUM - Un mutuo da pagare, una compravendita di bufale che non viene registrata, il creditore del venditore che si rivale sull’acquirente e, come un’ombra inquietante, un imprenditore vicino ad esponenti della criminalità organizzata che prima si propone come mediatore nel contenzioso e poi finisce per subentrare nell’azienda zootecnica, acquistandola a un’asta fallimentare. È una vicenda intricata quella che Pasquale Di Luccio , ex ufficiale della Guardia di Finanza, ha denunciato alla magistratura. Una storia che nasce nel 2012 (quando l’azienda bufalina intestata alla moglie finisce sotto custodia giudiziaria per le difficoltà nel fare fronte alle rate di un mutuo), e che è sfociata pochi giorni fa nel provvedimento di trasferimento del bene in seguito all’asta dello scorso gennaio. Lui non si arrende. Contro quell’assegnazione ha presentato opposizione al giudice civile e intanto rimette insieme le denunce depositate in Procura, in cui tratteggia scenari sconcertanti. «Sa qual è l’ultimo paradosso? – incalza – Con le visure catastali abbiamo scoperto che all’incanto sono state messe anche particelle su cui non vi era né ipoteca né pignoramento. Mi chiedo come sia stato possibile. Ma soprattutto mi chiedo come possa accadere che, nonostante le mie segnalazioni, l’azienda sia stata venduta a una società costituita nel 2017 da familiari di un boss».