IL CASO

Capaccio, «Avvocato, t’ammazzo se tocchi i figli»

A giudizio il 50enne che minacciò di morte il legale che assisteva l’ex moglie nella difficile causa di separazione

CAPACCIO PAESTUM -  «Se tocchi i miei figli, io mi predo la tua vita». Un foglio A4, scritto con un programma di videoscrittura, mostrato da un padre separato, durante le fasi drammatiche della separazione, all’avvocato donna, 40enne, originaria di Capaccio, che assisteva l’ormai ex moglie. L’autore della minaccia è un 50enne di Albanella. L’episodio contestato all’uomo avvenne - secondo la pubblica accusa - l’anno scorso, ad agosto, durante un colloquio nello studio professionale dell’avvocato, assistita dal collega Fabio Lanza . Venti giorni dopo il primo messaggio minatorio, il 50enne, difeso dall’avvocato Leopoldo Catena , tornò alla carica, ripresentandosi nello studio. «Avvocato non prendermi in giro, altrimenti faccio quello che vi ho scritto», fu il secondo messaggio chiaramente di minaccia al legale che rappresentava le ragioni dell’ex moglie. Nei giorni scorsi, davanti al giudice monocratico Rosa Maria D’Antuono è stato incardinato il processo che vede il 50enne di Albanella accusato anche di stalking nei confronti dell’ex moglie: una 47enne che ha causa delle minacce dell’imputato - scrive la Procura di Salerno - ha dovuto trasferire il proprio domicilio per alcuni periodi addirittura fuori regione.

La vicenda giudiziaria inizia un anno fa, ad aprile, quando la coppia decide di rompere la relazione dalla quale sono nati dei figli, quelli che l’uomo si dice pronto a difendere ad ogni costo. È l’11 aprile quando invia un primo messaggio alla ex: «Ultimo avviso: stai lontana da casa mia e dai miei figli perché vi vengo a prendere a tutti e due». Dopo di ciò partiva con una serie di telefonate e messaggi minatori per evitare che la donna si avvicinasse ai figli. Un giorno raggiunse la donna sul luogo di lavoro. L’ex moglie lavorava come commessa in un supermercato. E nel mentre gli lanciava contro un salume, l’apostrofò con i peggiori epiteti. In seguito gli inviava messaggi e faceva telefonate che contenevano minacce di morte: «Ti faccio raggiungere tuo padre in cielo, prima o poi ti ucciderò e quando mi arriva la denuncia ... ».

Lo stesso imputato proseguiva con minacce del tipo: «Questa storia deve finire a modo mio, sia con le buone sia con le cattive». I messaggi minatori erano rivolti anche alla persona che ora stava con la donna: «Vi vengo a prendere dentro casa, stai lontana perché ti controllano, siete stati avvisati». Alla prima udienza sono stati acquisiti gli elementi di prova. Il processo è stato aggiornato, ma la tensione è ancora alta. L’uomo aveva inviato messaggi di morte alle 47enne, assistita dall’avvocato Giovanni Desio , anche attraverso il fratello: «digli di non prendere iniziative con i miei figli, perché la vado a prendere a casa e ti porto la sua testa».

(m.l.)