Cantone: «Giuste ma vanno regolamentate»

Il corretivo del presidente dell’anticorruzione. Cozzolino: «Ora basta, è il momento di decidere»

SALERNO. Più che di exit strategy che permetta a De Luca di sfilarsi è il Partito democratico che deve trovare una pezza a colori per annullare le primarie (se De Luca non intende fare nessun passo indietro, come in molti si attendono dopo la condanna, ndr). Così ieri Raffaele Cantone, ma prima di lui anche altri dopo i fatti di Genova, ha parlato di «regolamentarle prevedendo anche uno strumento normativo». Un’idea, che detta dal presidente dell’Autorità anticorruzione, la dice lunga sul «Le primarie - spiega Cantone prendendo spunto dai fatti di Ercolano - sono uno strumento giustissimo, fondamentale per la democrazia soprattutto quando si tratta di scegliere candidati per le istituzioni locali. Perciò, proprio perché sono uno strumento importante, credo vadano garantite, forse anche con una norma legislativa. Non possono essere considerate allo stesso livello dell’elezione di una bocciofila di tipo assolutamente privato, perché il rischio vero è di fenomeni di compravendita del voto e di partecipazione di soggetti che nulla hanno a che vedere con quel partito». Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte.

Più diretto invece è il socialista Marco Di Lello, che arriva per ultimo e detta le regole: «Tra De Luca e Cozzolino era necessaria una candidatura alternativa e unitaria, io ci ho lavorato ma ora il tempo è scaduto, per questo ho formalizzato la mia candidatura alle primarie del centrosinistra». Di Lello sabato aprirà la sua campagna elettorale e lo farà proprio in quella Città della Scienza dove i “giovani renziani” insieme a lui, a Gennaro Migliore e all’onorevole Valeria Valente (oggi al fianco di Cozzolino, ndr) diedero vita a quella Fonderia che poi è rimasta orfana di un nome unitario. Tant’è che oggi i nomi sono due: Di Lello e Migliore. Ma tanto, dicono, deciderà Roma.

Un procedimento che Andrea Cozzolino non accetta perché «delegittimizzza il Pd campano», e chi invoca Roma lo fa «solo perché ha paura di perdere alle primarie, o perché pone veti. Da mesi siamo ostaggio di queste logiche. Adesso è venuto il momento di decidere definitivamente. Il partito nazionale conterà eccome - conclude Cozzolino - ma in una logica di autonomia e di rispetto così come è stato per tutte le altre realtà che vanno al voto». ©RIPRODUZIONE RISERVATA