«Canoni per usi civici, stop agli arretrati»

Roccadaspide, richiesta di Miano e Brenca: in ginocchio l’intero comparto dei produttori di castagne

ROCCADASPIDE. Sgravi fiscali per i produttori di castagne. La richiesta all’amministrazione del sindaco Girolamo Auricchio porta la firma dei consiglieri di minoranza Mario Miano e Vito Brenca. «In occasione della notifica degli avvisi per corrispondere il canone sui terreni di uso civico ed, eventualmente, ad affrancare i fondi interessati - affermano Miano e Brenca - pur consapevoli dell’esistenza di tale obbligo, chiediamo che il Comune rinunci alle cinque annualità oramai prescritte, e pretenda solo il canone corrente, ovvero che riscuota unicamente il capitale di affrancazione da coloro che intendano esercitare la facoltà. Tale sgravio rappresenterà senz’altro un valido aiuto per chi in pratica ha visto più che dimezzate le proprie entrate, una situazione destinata a durare purtroppo nel tempo. Al di là di procedure giuridiche, l’interesse dell’ente è stare vicino ai cittadini soprattutto in un momento di forte crisi».

Uno sgravio che potrebbe essere uno stimolo in più sia per un’eventuale affrancazione dei terreni ad uso civico adibiti a castagneti sia per evitare che i castanicoltori decidano di lasciare i fondi devastati dalla siccità e dalla mosca cinese.

La produzione ha subito un calo che sfiora il 70%. «Tale situazione di eccezionale gravità, accentuatasi nell’ultimo anno comprometterà – evidenziano i consiglieri - il risultato economico dell’imminente annata agraria e, come confermano dati scientifici ed esperienze di altri territori regionali, con gravi ed irrimediabili conseguenze sul frutteto almeno per il prossimo quinquennio, non può non spingere l’amministrazione a trovare dei rimedi al fine di evitare che i produttori di castagne maturino la convinzione di essere lasciati soli». Miano e Brenca chiedono che la proposta di riduzione delle cinque annualità sia portata al vaglio del consiglio comunale. «Solo la passione per l’attività imprenditoriale esercitata – concludono - e la volontà di preservare il capitale fondiario frutto di anni di dura fatica e di investimenti, hanno sinora impedito l’abbandono dei terreni».(a.s.)

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