il caso

Canone in bolletta: coro di no. A Salerno evasione al 33 per cento

Associazioni consumatori, 5 Stelle e Lega contro il premier. Dai dati del Sole 24 Ore, in provincia quelli che non pagano salgono al 28,5 per cento

SALERNO. Sarà anche per definizione "mamma Rai", ma quando si tratta di pagare il canone per l'abbonamento alla televisione, gli italiani calpestano senza problemi anche gli affetti più cari. Se n'è accorto anche Matteo Renzi, che in uno dei suoi attacchi di "annuncite" ha anticipato appunto il progetto di modificare il canone Rai, diminuendolo nel prezzo ma agganciandolo alla bolletta dell'energia elettrica: di fatto un escamotage per stanare un po' di evasori, perché se sul possesso di un apparecchio televisivo si può anche mentire, sull'illuminazione non si scherza. Un'evasione che nel 2015 dovrebbe sfiorare il 30 per cento toccando quota 600 milioni.

 

E allora ecco il coro di "no" alla proposta di Renzi, dalle associazioni di consumatori alle opposizioni, perché tutto si può toccare e di tutto si può discutere nel nostro paese, ma guai a cercare di costringere gli italiani a pagare le tasse: ci mancherebbe pure, signora mia, ma che in mondo viviamo o pensiamo di vivere in futuro.

 

Ma a Salerno o provincia quanti sono coloro che evadono serenamente il pagamento del canone Rai, al grido tradizionale di "ma che minchia me ne fotte a me, il televisore lo uso per vedere gli altri canali e dunque non pago nulla"; salvo poi svenarsi per Sky e Mediaset? Ma tant'è. Dunque, Salerno e provincia. Scorrendo i dati pubblicati dal Sole 24 Ore, il capoluogo fa segnare un 22,9 per cento di evasione del canone Rai su un totale di quasi 55mila famiglie che sono state censite; invece in tutta la provincia l’evasione sale a 28,5 per cento su un totale di 418mila famiglie circa. Il centro più virtuoso risulta Vallo della Lucania, evasione al 14,2 per cento, il fanalino di coda è invece di Furore: 53,7 per cento. A livello nazionale, il tasso provinciale più alto è a Catania, provincia in cui solo il 48 per cento delle famiglie paga, mentre tra le regioni il tasso di evasione più alto è proprio in Campania, con appena il 56,8 per cento di abbonati.

 

E ora le reazioni all'annuncio di Renzi di una norma che, attesa nella legge di stabilità e dunque ancora in via di elaborazione, raccoglie già una valanga di "no", una valanga di critiche sull'opzione bolletta per pagare il canone Rai. Dopo l'immediata alzata di scudi di Assoelettrica, hanno ribadito la loro «netta contrarietà» Adusbef e Federconsumatori, convinte che «esigere il canone da chiunque abbia un'utenza elettrica ossia famiglie, imprese, uffici pubblici, condomini, pensionati, studenti e disoccupati, costituisca una evidente lesione di norme costituzionali ancora vigenti» e pronte al ricorso alla «Corte Costituzionale». Anche per l'Unione nazionale consumatori l'ipotesi sarebbe «illegale» senza un'opportuna modifica di legge. «Un modo improprio e discutibile per riscuotere il canone che andrà a incidere ulteriormente sul costo delle bollette elettriche, su cui le accise gravano già per il 14 per cento», avverte Antonio Filippi, responsabile delle politiche energetiche della Cgil.

Sul fronte politico insorgono 5 Stelle e Lega Nord. Alberto Airola, portavoce M5S in Vigilanza Rai, non esita a parlare di «rapina» e di «misura illegittima: non si può inserire una tassa per un certo scopo in un'altra» e poi «è tecnicamente difficile da realizzare». «Solita follia all'italiana», incalza Matteo Salvini: «Questo Renzi punta solo ad incassare soldi. Ma se il servizio pubblico è quello che vediamo, salvo rare eccezioni, non vale un centesimo». Distinguo arrivano anche da centristi e Fratelli d'Italia.

Fa un'altra valutazione il sottosegretario all'economia, Enrico Zanetti: «È troppo poco» ridurre il canone a 100 euro: «Come minimo bisogna scendere a 85 - spiega, parlando come esponente di Scelta Civica e non come membro della squadra di governo - altrimenti non si fa una operazione pagare tutti per pagare meno, ma si aumenta il carico fiscale». La somma indicata dal premier potrebbe in realtà essere prudenziale. Fra le ipotesi allo studio ci sarebbe anche una progressività del canone, legata all'Isee o al tipo di abitazione, eventualmente esentando le fasce più basse. La tassa non sarà più legata al possesso del televisore, ma a quello dei vari device come smartphone, tablet e pc, con cui si può vedere la Rai. Toccherà eventualmente al singolo utente chiedere l'esenzione dichiarando il mancato possesso di tali mezzi.

Di certo c'è che si è scatenata una bufera. Passi per la riforma costituzionale, passi per la nuova legge elettorale, passi per Verdini nuovo combustibile di un centro-sinistra che ha ormai perso quasi tutto quello che c'è dopo il trattino che segue la parola "centro"; passi per tutti questi temi di secondaria importanza rispetto al campionato di calcio e a X Factor; ma se c'è da protestare per tentare di non pagare una tassa, allora sì che il paese si unifica.