Cancelli chiusi alla Ergon In rivolta i dipendenti 

Impedito l’ingresso ai 43 operai che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri La società di Polla fa capo al Consorzio e da mesi non paga stipendi e contributi

POLLA. Non c’è pace per i dipendenti della Ergon spa, la società che fa capo al Consorzio di Bacino Salerno 3 per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in diversi comuni del Vallo di Diano. Ieri mattina i lavoratori si sono recati nella zona industriale dove ha sede l’azienda per riprendere a lavorare, ma hanno trovato i cancelli chiusi e hanno così deciso di chiedere l’intervento dei carabinieri per fare in modo che venisse accertato anche da loro che era stata negata la possibilità di poter entrare nel luogo di lavoro. «Non sappiamo davvero più cosa fare - hanno dichiarato - noi per assurdo siamo dei dipendenti disoccupati e ormai da tempo i nostri interlocutori sono soltanto dei fantasmi, delle entità astratte che si manifestano a noi soltanto attraverso qualche documento scritto e nulla più. Domani andremo dai carabinieri per sporgere denuncia contro questo ennesimo sopruso».
Mercoledì mattina i dipendenti si erano recati nella sede della Ergon e questa volta gli uffici erano aperti ma deserti. Lo scorso 16 gennaio è scaduto il progetto della Regione Campania che per tre mesi ha impiegato i lavoratori in attività di volantinaggio retribuita. Terminato il progetto avrebbero dovuto riprendere servizio alla Ergon, ma così non è stato. «Non abbiamo più alcuna certezza sul futuro - spiegano - da tanti mesi non veniamo retribuiti anche se le buste paga le riceviamo, ma la cifra riportata è zero».
Sono 43 in totale i dipendenti che da mesi non percepiscono lo stipendio e si ritrovano in una situazione che impedisce loro di poter ottenere l’indennità di disoccupazione. «Il commissario liquidatore - hanno più volte denunciato i lavoratori - non sta versando i contributi previdenziali dal mese di agosto del 2016, e questo ci impedisce di andare in disoccupazione, r continua da più di un anno a tenerci in aspettativa non retribuita. Stiamo perdendo tutti i nostri diritti, si sta mantenendo l’azienda con 4 persone senza pensare invece al destino di altre 40».
Nei mesi scorsi i dipendenti hanno attuato un presidio davanti allo studio del commissario liquidatore della società perché anche in quella circostanza non avevano avuto la possibilità di rientrare al lavoro dopo aver frequentato un corso di qualificazione organizzato dalla Regione Campania.
Erminio Cioffi
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