il caso

“Cancellata” una casa del Comune

E la proprietaria divenuta inquilina si accampa davanti al Municipio

CAVA DE’ TIRRENI. Sono balconi, verande, finestre. Più spesso sono abitazioni costruite in zone sottoposte a vincolo paesaggistico. Sono oltre 1200 i manufatti abusivi edificati sul territorio di Cava de’ Tirreni dagli anni Settanta ad oggi. Un numero elevato che apre la strada all’avvio di altrettante procedure di demolizione. Un vero e proprio incubo per le molte famiglie che nella casa abusiva hanno investito i risparmi di una vita, nella speranza di poter trascorrere nella città in cui sono nati tutta la loro esistenza. Ed è questo, non a caso, il motivo obiettato da quanti hanno deciso di costruire in zone sottoposte a vincolo. Tutti, all’unisono, ripetono che hanno compiuto un abuso “per necessità”. Una strada obbligata da seguire, insomma, per chi non può permettersi gli alti prezzi delle case o degli affitti a Cava.
E sulla necessità di compiere l’abuso ha posto l’accento Pina Fariello, la signora cavese alla quale, per decisione della Procura di Salerno, lo scorso aprile è stata abbattuta la sua casa di circa 100 metri quadrati a via Contrapone in località Pioppi, nella frazione di Passiano. Questa demolizione ha lasciato senza fiato tutta la città. Il caso della Fariello, infatti, è “sui generis”. La Procura ha demolito una casa abitata da una famiglia. Che non fosse stata costruita, dunque, per fini speculativi o fosse ancora in fase di edificazione. Quella abitazione, inoltre, era stata acquisita al patrimonio comunale e, a seguire, era stato dichiarato il “preminente interesse pubblico”. Una sorta di qualifica che di solito rallenta l’abbattimento dell’immobile, di fatto destinato, così, a scopi di housing sociale. Questo però non è accaduto nel caso di Pina, non più proprietaria della sua casa, ma pronta a diventare inquilina del Comune, pagando all’ente un canone mensile di 300 euro.
Ma il provvedimento della Procura di Salerno non le ha dato il tempo di iniziare i pagamenti, avviando la procedura della demolizione. Da qui la protesta della Fariello, che ha montato una tenda nell’atrio del Comune di Cava e si è incatenata ad una sedia per protestare contro una decisione considerata iniqua.
Il caso della Fariello, peraltro, ha destato anche lo stupore del sindaco Vincenzo Servalli, che in una nota ha sottolineato: «Quella che la Procura ha deciso di abbattere è una casa del Comune che poteva essere usata per altre finalità, non essendo costruita in zona rossa, né per una speculazione edilizia. Peraltro i provvedimenti del Comune di Cava sono analoghi a quelli assunti da tanti altri Comuni della nostra Regione; queste differenze di orientamento creano solo disorientamento tra i cittadini». E, si potrebbe aggiungere, tra le istituzioni.
Alfonsina Caputano
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