Salerno inventa

Canapa e pietra pomice, ecco come purificare l’aria

Antonio Di Giacomo ha ideato Wet Stone per combattere l’inquinamento

Durante la giornata, in casa o al lavoro, si è costantemente esposti agli inquinanti atmosferici. Si tratta di sostanze che alterano la normale composizione chimica dell’aria con conseguenze sulla salute dell’uomo e dell’ambiente. L’esposizione alle polveri pericolose non avviene semplicemente nelle aree maggiormente dense di attività industriali o nei trafficati centri urbani, ma anche in casa, semplicemente attivando i riscaldamenti.

Come fare, allora a difendersi in modo naturale e sostenibile? Proprio partendo da questo interrogativo Antonio Di Giacomo, imprenditore salernitano, ha iniziato ad arrovellarsi e a compiere una serie di studi fino a quando ha trovato una soluzione. Si tratta di Wet Stone, un sistema di purificazione dell’aria, in spazi chiusi, che si serve dell’acqua, della pietra pomice, ha un filtro rivestito in canapa come fosse un polmone che purifica l’aria trattenendo gran parte degli inquinanti, comprese le micropolveri. In sostanza, funziona come una sorta di aspirapolvere che, invece di pulire semplicemente i pavimenti, è in grado di assorbire le particelle inquinanti e lo smog rimettendo in circolo aria depurata e salubre come se si fosse in alta quota.

«Per oltre 25 anni – racconta Di Giacomo – mi sono occupato di tematiche ambientali e ho fatto parte di associazioni e comitati. Ho studiato a lungo i problemi legati all’inquinamento atmosferico e così è nata l’idea di realizzare una macchina che è in grado di pulire l’aria attraverso elementi altrettanto naturali. Inoltre – continua – ho lavorato a un impianto che sia anche poco oneroso per chi vuole acquistarlo».

Wet Stone ha un estrattore anteriore della potenza dominale di 320 metri cubi all’ora che mette in sottovuoto il vano interno della macchina e le consente di risucchiare, dalla parte opposta, l’aria che, dal basso lambisce l’acqua attraverso il filtro e viene espulsa depurata. La bonifica atmosferica, quindi, si realizza grazie all’effetto dell’acqua combinata con la pietra pomice che “cattura” nei suoi alveoli gli agenti inquinanti frazionando l’aria che sarà riemessa nell’ambiente. Il macchinario è anche dotato di un fornetto con una lampada Uvc che permette di eliminare anche la parte organica.

«La macchina è estremamente semplice da utilizzare – chiarisce l’inventore – basta rifornire il serbatoio di acqua e collegarla alla corrente elettrica». Di Giacomo ha dedicato anche particolare attenzione agli elementi naturali che compongono il sistema di filtraggio.

La pietra pomice, infatti, è particolarmente longeva (può durare anche 20 anni) e, nel sistema di continuo riciclo di Wet Stone viene costantemente rinvigorita. La canapa con la quale è guarnito il filtro, invece, assicura massima resistenza all’umidità (infatti è il materiale più usato per le cime o le reti delle navi) ancor più del cotone e ha una naturale proprietà antibatterica. La macchina che pulisce l’aria è in produzione da pochi mesi e si potrà comprare in varie dimensioni: più ridotte per essere funzionale in casa, in ufficio o nelle scuole; oppure più grande per essere installata nei capannoni industriali, negli allevamenti zootecnici o, anche nelle officine meccaniche, o nelle aziende di marmi e in tutti gli stabilimenti industriali dove le lavorazioni espongono maggiormente all’emissione di polveri dannose per la salute.

Può restare accesa e in attività anche 24 ore su 24 perché il consumo di elettricità è irrisorio e il rumore che emette è come quello di un acquario, per certi versi anche rilassante. Wet Stone è stata brevettata con il supporto tecnico e legale dell’avvocato Giustino Sisto ed è stata testata dal Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università degli Studi di Salerno.

«Con l’Ateneo salernitano – precisa Di Giacomo – abbiamo attivato un contratto di collaborazione scientifica e tecnica. I ricercatori, infatti, hanno testato il reale funzionamento della macchina e hanno potuto certificare il fatto che l’utilizzo non comporti alcun danno collaterale per la salute delle persone o degli animali. Per me – sottolinea l’inventore – questa è una collaborazione fondamentale perché è determinante che il maggior numero di dati scientifici attestino i risultati di questo macchinario. Inoltre stiamo lavorando insieme per la realizzazione di prototipi ancor più evoluti».

L’avventura imprenditoriale di Di Giacomo è cominciata proprio con l’ideazione e la produzione di Wet Stone. Inizialmente, è riuscito a finanziare il suo progetto contando sul proprio capitale, poi, rischiando di dover fermare tutto per il rifiuto di alcuni istituti di credito, è riuscito a ottenere un sostegno di 25 mila euro attingendo dal fondo del Ministero dell’Economia finanziato con gli stipendi dei parlamentari del Movimento 5 Stelle.

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(6- Continua. I pezzi su Attilio Mantovani, Annamaria Salzano, Rosaio Valles e Carmelo Cartiere, su Carlo e Serena De Luca e su Italo Ingenito, sono usciti il 14 e 21 febbraio, il 7, 14 e 21 marzo)