Canali inquinati, scatta nuovo allarme 

Sversamenti abusivi nel S. Tommaso e la carcassa di un animale nel Rio Sguazzatoio. Lato: «Qui si pensa che l’illecito è normale»

Tornano a fare paura le acque dei canali che bagnano Angri. Tra odori poco rassicuranti e strani rinvenimenti nei fiumi, nella periferia della città è di nuovo allarme inquinamento. L’ultima denuncia è arrivata dall’associazione “Fronte Civile-Stay Angri”: dalle acque del Rio Sguazzatoio, negli scorsi giorni, è emersa la carcassa di un animale. Un atto di inciviltà ad opera di «maledetti scostumati che non amano la propria terra». Così hanno commentato i membri del gruppo, alcuni dei quali vivono proprio a ridosso del fiume.
La triste occasione è stata colta per riportare al centro dell’attenzione anche tutta una serie di questioni ambientali non risolte che da tempo ormai interessano l’area intorno all’affluente del Sarno: non solo sversamenti illeciti che periodicamente colorano le acque del Rio, spaventando a buon diritto i residenti della zona, ma anche incendi e discariche abusive di materiale tossico e non. Una situazione che ha costretto i residenti ad autotassarsi per provvedere ad apparecchi di videosorveglianza, fanno ancora sapere i soci del Fronte. Tra questi anche il consigliere di minoranza Eugenio Lato, che non ha mai nascosto la sua convinzione che per quel canale si possa parlare di vera e propria eco-mafia. «Bisogna avere il coraggio di dire di no alle fabbriche - ha ribadito in più occasioni - ma la politica è corrotta a più livelli e gli enti che avrebbero dovuto lavorare hanno solo fatto favori al politico di turno». Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate in passato dal consigliere comunale, che ha anche aggiunto: «Non c’è mai stato un attore forte sul territorio. Inoltre c’è un problema di mentalità: qui siamo convinti che l’illecito sia normale».
E se da un lato c’è la quanto mai spinosa questione Rio Sguazzatoio, dall’altro non smettono di preoccupare neanche le condizioni in cui versa il Canale San Tommaso, che negli scorsi giorni – secondo alcuni residenti del comprensorio – avrebbe ripreso ad emettere strani odori. «Siamo davvero stanchi della situazione - racconta un abitante della zona – gli effetti di quello che succede in quelle acque si riflettono sulla nostra salute. Ci parlano di controlli ma continuiamo a non vedere risultati».
Per il Canale San Tommaso, lo scorso ottobre, il Consorzio di Bonifica forniva i dati ricavati con una serie di sopralluoghi effettuati nell’arco di circa due mesi. Secondo la relazione sono stati riscontrati ben 44 tra abusi e violazioni, di cui 36 ricadenti nel tratto del Comune di Scafati e 8 in quello di Angri. Numerose le denunce e segnalazioni che hanno seguito quegli accertamenti; alcune di queste sono state indirizzate alla Procura, ma il problema sembra non risolto. Intanto anche l’amministrazione comunale porta avanti un’attività di costante monitoraggio in collaborazione con le guardie ambientali.
Valentina Comiato
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