Canali e valloni senza manutenzione Allarme a Sarno

Relazione tecnica dell’Arcadis che non ravvisa emergenze Ma i cittadini temono per la sicurezza e chiedono risposte

SARNO. Torna la pioggia insistente e la luce dei riflettori si riaccende di nuovo sulle opere della ricostruzione. Ogni anno, la domanda è sempre la stessa: a che punto è il loro stato di manutenzione? Le opere per la messa in sicurezza del territorio hanno raggiunto un livello di esecuzione pari a circa il 90 per cento dei programmi con un percorso a rilento dovuto soprattutto ai fondi. È notorio che molte di esse devono ancora ricevere il collaudo e, pertanto, anche se così non sembra, ci troviamo di fronte a cantieri, nonostante il lungo tempo trascorso. Ma, aldilà del percorso burocratico, quello che interessa alla gente è capire se il sistema funziona e può sentirsi sicura.

L’Arcadis ha affidato la risposta a una relazione sopravvenuta a ispezioni di propri tecnici: «Al momento, non si ravvisano fattori naturali che possano incrementare le condizioni di pericolosità e rischio idraulico, rispetto ai fattori già mitigati con l’esecuzione delle opere». Le opere ubbidiscono al loro scopo, ma la preoccupazione è un’altra e di natura antropica: «Eventuali fattori che potrebbero incrementare la pericolosità sono da ascrivere alla presenza di rifiuti ingombranti che, per fenomeni di trasporto, possono favorire l’ostruzione delle luci degli attraversamenti».

È la mano dell’uomo che non ha ancora compreso il suo ruolo. Intanto, però, ci sono voluti dieci anni per capire che le opere funzionano, almeno come dice l’Arcadis, senza, però, risolvere il nodo di chi debba avere competenze sulla vigilanza e la manutenzione dei chilometri di briglie e vasche sparsi sull’intero territorio. L’impegno economico per fare questo è notevole e, più volte, sono emerse ipotesi di enti che dovrebbero prendere in carico le opere, ma nulla è stato fatto. La paura è di assistere a un lento declino proprio per l’incuria. Se si sale nei punti più alti, è possibile vedere come all’interno del canalone, vicino alla strada che porta al Castello, sia nato un albero che, ormai, ha raggiunto l’altezza di circa dieci metri. Magari, la presenza di arbusti non significa niente rispetto alla funzionalità, ma l’altezza della pianta è indicativa del lungo periodo di trascuratezza.

I tecnici dell’Arcadis hanno anche rinvenuto diverse forme di rifiuti ingombranti all’interno degli alvei e hanno attivato l’allarme. Probabilmente una pulizia straordinaria verrà effettuata con fondi regionali, ma restare da programmare l’ordinario, cosa che da solo il Comune non può fare. Resta, poi, da incrementare la vigilanza, vista la enorme quantità di spazzatura rinvenuta non solo nei canali, ma anche lungo le strade che le costeggiano e nei valloni. È tutta roba che la natura può ritornare all’uomo. Anche con gli interessi.

Gaetano Ferrentino

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