Campania unica "culla" d'ItaliaMa da noi si vive di meno

Dal rapporto dell'Università Cattolica di Roma emerge che la Campania è la regione dove si nasce di più ma si vive di meno. Secondo i dati del rapporto "Osservasalute 2008", i campani però sono obesi, fumatori e pigri. La Campania nel 2006 è stata la regione con il più alto tasso di mortalità per malattie del sistema circolatorio. L'incidenza dei cittadini immigrati sulle nuove tendenze in materia di parti e aborti nella nostra regione

La cicogna abita in Campania, la regione italiana col maggior numero di nati che vanta però, al contempo, un primato negativo, confermandosi fanalino di coda per la speranza di vita alla nascita. Secondo i dati del rapporto Osservasalute 2008 dell’Università Cattolica - un’approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle regioni italiane - la Campania è anche quest’anno la regione più giovane e con il maggior numero di nati. Nel 2006 il numero medio di figli per donna è stato infatti pari a 1,4 contro un valore medio di 1,3. Bassa è, invece, sempre nel 2006, l’età media delle donne al parto, 30,3 anni, contro i 31 anni, valore medio italiano. Riguardo all’aborto volontario, la Campania ha un tasso di interruzione volontaria di gravidanza inferiore al dato nazionale: 9,23 casi per 1.000 donne - anno 2005, ovvero pari a 8,13. La popolazione residente in Campania risulta in forte crescita: il saldo medio annuo nel biennio 2006-2007 è stato, infatti, di +4,2 persone per 1.000 residenti, grazie principalmente al saldo migratorio (+3,4). La percentuale di nati con almeno un genitore straniero nel 2006 è di 2 per cento (figli con padre straniero) e 3,5 per cento (figli di madre straniera), contro valori medi italiani di 11,1 e 13,5 per cento.
Ma i dati non sono tutti positivi. La Campania, infatti, si conferma fanalino di coda per la speranza di vita alla nascita, pari a 77 e 82,4 anni rispettivamente per uomini e donne contro valori medi italiani di 78,4 anni e 83,8. Stando ai dati, a 65 anni, nel 2006 un uomo può aspettarsi di vivere ancora 16,8 anni (valore minimo nazionale), mentre una donna 20,2 anni (valore minimo). Continua, invece, il primato negativo della Campania che fa registrare la situazione peggiore in termini di mortalità con un tasso oltre il primo anno di vita pari, per il 2006, a 125,76 per 10mila abitanti tra i maschi, contro un valore medio italiano di 115,39; quello femminile è di 79,36 per 10mila tra le donne (media italiana di 69,87). Inoltre, analizzando le cause di mortalità, la Campania nel 2006 è stata la regione con il più alto tasso di mortalità per malattie del sistema circolatorio: 49,37 per 10.000 abitanti contro una media nazionale di 42,13. Anche per la mortalità da diabete mellito, patologia cronica caratterizzata da iperglicemia, risulta essere la regione più colpita. Pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l’Università Cattolica, il Rapporto è stato coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo del Sacro Cuore, ed è frutto del lavoro di 266 esperti.
Caterina La Bella