Campania Libera, il pieno coi rimborsi

Associazioni in campo: oltre 600mila euro per la partecipazione alle Regionali, contributi dal Pd anche per le Comunali

SALERNO. Nel dibattito che ha preceduto l’inizio di questa campagna elettorale, si è discusso a lungo dei “costi della politica”. Un peso per l’economia italiana, non indifferente. Che non riguarda solo il costo della gestione degli enti, ma anche di partiti politici e movimenti. Una spesa, quest’ultima, regolamentata dall’articolo 8 della legge 2 gennaio 1997. Costi da capogiro. Spulciando il supplemento straordinario della Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre 2011, si scoprono le spese di alcuni movimenti a partiti che hanno partecipato alla campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania.

Tralasciando i partiti nazionali, quello che sorprende è la movimentazione di denaro fatta da piccole sigle. In particolare tre. La prima è la lista “Campania Libera”, che il 28 e 29 marzo 2010 scese in campo a sostegno della candidatura alle regionali di Vincenzo De Luca. Costituitasi un mese prima del voto, durante la campagna elettorale ha movimentato oltre un milione di euro. La lista contribuì alla sola elezione in consiglio di Gianfranco Valiante. Una lista civica che, ricorderemo, affiancava la coalizione di centrosinistra, tra cui il Partito democratico da quale ottenne 270mila euro. Ed ancora, a fronte dei voti ricevuti (oltre 69mila), “Campania Libera” ha intascato un rimborso di circa 604mila euro. Non solo, da privati circa 200mila euro e da enti circa 300mila euro. Per le stesse elezioni, il totale delle quote associative e di 900euro.

La stessa lista, sempre a sostegno di De Luca, questa volta però senza il Pd in campo, alle comunali l’anno dopo ottenne dal Partito democratico 75mila euro di rimborso. Ed ancora da enti circa 66mila euro e da privati circa 58mila euro. La lista, in realtà, è una associazione il cui legale rappresentate è Francesco D’Acunto. Essendo associazione e non partito, in consiglio regionale non si è costituita come gruppo, tant’è che l’unico eletto della lista, appunto Valiante, è in quota Pd.

Ma come sono stati spesi i soldi? Alla regionali, tra viaggi, alberghi e rimborsi spese se ne sono andati circa 37mila euro, la fetta più grande invece per propaganda e comunicazione (916mila). Alle comunali, in un bilancio preventivo pescato sul sito del Comune di Salerno, 80mila euro erano stati messi solo alla voce, televisioni private; due mila invece alla voce radio e zero euro alla voce: “organi d’informazione”.

Più sobri i rendiconti di altri due partiti, che alle regionali del 2010, scesero al fianco dell’attuale governatore Stefano Caldoro. Si tratta di “Libertà e autonomia - Noi Sud” e “Associazione Democrazia Campania - Regione Campania”. Il primo nasce da una costola di Mpa sotto l’ala protettiva dell’ex ministro Enzo Scotti. Come sigla autonoma partecipa alle regionali (anche in Calabria) per quelle in Campania ottiene un rimborso per spese elettorali pari a circa 866mila euro (otterrà oltre 98mila voti). A questa cifra si sommano circa 73mila euro di contributi privati e 104mila euro da parte di enti privati. In consiglio, al fianco di Caldoro, piazzano due consiglieri Sergio Nappi e Raffaele Sentiero. Il secondo entrò in coalizione con “Alleanza di Centro” sempre a sostegno di Caldoro, ottenendo circa 40mila voti. Un solo seggio, che andò all’avellinese Ettore Zecchino. Qui il contributo stata è poca cosa, poco più di 58mila euro la maggior parte dei quali spesi per servizi.

Fin qui solo i costi di tre movimenti che parteciparono alle regionali. Considerando che a quelle elezioni si presentarono ben quattordici partiti nazionali (non consideriamo il “Movimento 5 Stelle” che dichiarò di non voler percepire il contributo -ndr), è facile immaginiamo quale spesa fu sostenuta dalle casse dello Stato.

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