Campania libera, da lista a movimento

Dopo le dichiarazioni di Renzi sui notabilati al Sud, De Luca chiama a raccolta i suoi sostenitori che non aderiscono al Pd

Se sia una prova muscolare verso il Pd o addirittura la tentazione dell’autosufficienza alla Regione, come vagheggia qualcuno, lo dirà il tempo. Di certo c’è che da oggi Campania Libera passa da lista elettorale a movimento, provando a riequilibrare i rapporti di forza in maggioranza. Ad Afragola è gremito il teatro Gelsomino, per battezzare la prima uscita della sigla che coagula i fedelissimi di Vincenzo De Luca. Il tema è simbolico: obiettivo lavoro. In platea arrivano le truppe cammellate: amministratori locali, lavoratori dei bacini di crisi, cittadini dell’hinterland nord di Napoli. Li raduna Tommaso Casillo, vice presidente del consiglio regionale. È una risposta a Renzi, che parla della necessità di «facce nuove» nel Pd della Campania, e al segretario regionale Assunta Tartaglione, che ammonisce sulla «luna di miele finita» con il Palazzo di Santa Lucia. Certo, Casillo respinge le «ricostruzioni fantasiose» sull’antagonismo coi democrat. Ma intanto il dado è tratto. Campania Libera, va bene, ma anzitutto «trasversale» specifica il governatore, disegnando le coordinate.

«Campania Libera non deve apparire come un pezzo di ceto politico, ma – spiega De Luca - essere nel segno del rinnovamento e della freschezza. E del volontariato». Oltre il Partito Democratico, per intercettare i consensi fuori dall’orbita dem. Ma è anche una sfida lanciata a chi crede di poter rottamare il deluchismo dopo il capitombolo del referendum. In arrivo c’è il deputato ex montiano Giovanni Palladino. E Franco Moxedano, consigliere regionale Idv, ammette di guardare «con attenzione a questo movimento». «Ci sono migliaia di cittadini che non si riconoscono nella politica tradizionale ma – afferma il presidente – sono alla ricerca di un modo per impegnarsi. Campania libera vuole offrire loro uno strumento. Chi vuole impegnarsi deve assumer l’impegno della concretezza e della legalità. Intendiamo rilanciare la battaglia contro la politica politicante, quella che pensa alle carriere individuali e se ne fotte della gente».

La pulsione anti politica è un numero ad effetto e il pubblico applaude. «Siamo contro le liturgie della politica. La politica seria – martella De Luca – è quella che risolve i problemi, non quella fatta di ammuina. È quella che a fine anno rende conto di quello che ha fatto». E in un crescendo il presidente aggiunge: «O questa regione la cambiamo noi o non sarà più possibile. Ora o mai più. Quando vedete reazioni scomposte è perché stiamo mettendo le mani sui nodi di potere. La ricreazione è finita».

Il tono si fa ruvido quando si parla della sanità, appena finita sotto i riflettori per lo scandalo dei pazienti curati sul pavimento all’ospedale di Nola. «Voglio dire che non ha titolo a parlare chi ha espresso solidarietà pelosa ai medici, sono loro che non li hanno messi in condizione di lavorare. Se qualcuno pensa di alzare il polverone in modo che non si accertino i responsabili, se lo può dimenticare. La sanità campana è commissariata da 8 anni perché aveva accumulato 6 miliardi di debiti. Io – sostiene De Luca - in 2 mesi ho eliminato le barelle al Cardarelli e stabilizzato 2mila persone e aperto i pronto soccorsi».

Alla fine c’è un bagno di folla per il governatore: era quello che serviva per lanciare il suo messaggio al Pd.

Gianmaria Roberti

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